La Casa della poesia riparte da Ginsberg e Orson Welles

Dopo venti anni e la mancata assegnazione di una sede a Palazzo Fruscione l’istituto riapre a Baronissi con iniziative e rassegne. Appello a nuovi sostenitori

di GENNARO AVALLONE

Casa della poesia ha trovato nuovamente una sede e riparte da quella originaria di Baronissi. Dopo le difficoltà vissute a seguito della mancata assegnazione di una porzione di Palazzo Fruscione da parte del Comune di Salerno, il percorso di diffusione della poesia internazionale ha ripreso slancio, sulla base di una maggiore stabilità.

La possibilità di ospitare poeti e poetesse in una vera e propria casa si accompagna alla disponibilità di alcuni spazi del vicino convento dei francescani, già sede di tantissimi incontri organizzati dal gruppo che anima Casa della poesia, l'ultimo dei quali è stato la rassegna La poesia resistente nei primi giorni di Maggio 2015.

La casa-alloggio, riaperta nel ventesimo anno di attività, costituisce un completamento e l'essenza del modo in cui intendono la cultura gli animatori di Casa della poesia, tra i quali Sergio Iagulli, la traduttrice Raffaella Marzano ed il poeta salernitano Giancarlo Cavallo. La casa è una vera abitazione, in cui, tra tanti libri e materiale audio e video, è possibile ospitare i poeti, i quali, a loro volta, incontrano il territorio, nelle scuole o attraverso la partecipazione a seminari, letture ed incontri con giovani scrittori.

L'idea iniziale è stata stimolata nei primi anni '90 da Izet Sarajlic, grande poeta che stava vivendo la guerra a Sarajevo e testimone diretto dell'importanza di non perdere la capacità dell'accoglienza e del rispetto. Fu elaborata, così, la proposta di dare ospitalità a poeti e scrittori che vivessero delle difficoltà, da quelle di tipo economico a quelle politiche o relative alla censura. Questa idea si è concretizzata e generalizzata a tutti i poeti e le poetesse che si riconoscono in questo progetto culturale, di impegno e di solidarietà: un luogo fisico, ma anche una proiezione simbolica che significa prendersi cura della poesia e dare spazio ad un insieme di esperienze, relazioni, materiali, documenti, produzioni, progetti. Negli anni passati, la casa dei poeti, come piace chiamarla ai suoi animatori, ha ospitato oltre trenta grandi rappresentanti della poesia e della cultura internazionale, da Jack Hirschman a Paul Polansky, da Maram al-Masri all'artista Ana María Erra de Guevara Lynch.

Probabilmente, in molte altre città, il percorso, il progetto e la densità delle relazioni internazionali di Casa della poesia sarebbero riconosciute come un'opportunità di approfondimento, crescita e circolazione culturale da sostenere e rafforzare.

Nel contesto salernitano, i rapporti tra i progetti culturali e sociali dotati di un forte carattere di autonomia e le istituzioni pubbliche sono stati, negli anni, difficili, direi impossibili. Gli amministratori non si sono dimostrati estimatori delle iniziative liberamente determinate. L'idea prevalente è che attività e produzione culturale, sociale e politica debbano avere individui o gruppi di potere di riferimento a cui chiedere finanziamenti e da cui, di conseguenza, dipendere. Al contrario, Casa della poesia, come fa un'istituzione culturale dal basso, ha vissuto e vive senza chiedere permesso, proponendo rapporti positivi agli enti locali, i quali dovrebbero essere al servizio della popolazione più che gestori di erogazioni e favori in cambio del consenso. L'energia di questo progetto è stata fornita proprio dalla sua autonomia, alimentata dalle forze che, nel tempo, è riuscita ad aggregare, dalle persone e dai gruppi che le sono stati vicini, partecipando alle iniziative internazionali e nazionali proposte, alle letture presenti sul sito o alla discussione su http://www.potlatch.it/.

Queste forze sono state chiamate in causa proprio in questi giorni per sottoscrivere un nuovo appello a divenire Amici di Casa della poesia e contribuire, così, a sostenere tutte le novità alle quali la Casa sta lavorando. Tra le iniziative in produzione sono previste la riproposizione di materiali di archivio del poeta beat Allen Ginsberg, una rassegna dei film di Orson Welles, del cinema sperimentale e delle avanguardie storiche degli anni '20 e '30, tra cui Dalì, Ernest, e Duchamp, e sul movimento "panico" (Jodorowsky, Arrabal, Topor), oltre ai progetti dedicati a Samuel Beckett, all'incontro tra lo scrittore Bohumil Hrabal ed il regista Jiri Menzel, ed a Pier Paolo Pasolini, dal titolo "P. P. P. - Passione Provocazione Profezia". A questi si aggiungeranno una serie di incontri su Ernest Hemingway, con la proiezione di "Hemingway & Gellhor", un film per la televisione diretto da Philip Kaufman con Nicole Kidman e Clive Owen nei ruoli di Martha Gellhorn e Ernest Hemingway, vincitore di 2 Emmy Awards, ed il ritorno di alcuni poeti, tra cui Jack Hirschman, Juan Vicente Piqueras, Luis Sepúlveda e Carmen Yañez. A questa intensa attività si affiancherà la creazione di un gruppo di lettura con cittadini, docenti e studenti, al quale sarà possibile aderire riferendosi al numero 3476275911.

Anche se viene fatta da un "mare di carta" e da ladri di parole, come scrive Juan Carlos Mestre dei poeti e delle poetesse, la poesia resta fondamentale, capace di dare ritmo, suono, musica, profondità, pensiero, vita, tanto da fare scrivere a Sarajlic, nel 1993, nel pieno della guerra in Jugoslavia, "se sono sopravvissuto a tutto questo / è grazie alla poesia / e, anche, a dieci o quindici persone, / gente comune, / santi di Sarajevo".

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