lo spettacolo

L’universo palestinese al femminile

Alla Sala Pasolini in scena il monologo “Maldoriente” interpretato da Serena Gatti

SALERNO. Volge al termine la terza edizione di “Femminile palestinese”. La rassegna culturale, curata da Maria Rosaria Greco, si conclude stasera (ore 21.00) con un appuntamento dedicato al teatro: la Sala Pasolini (ex cinema Diana) si trasforma per una sera nel palcoscenico di “Maldoriente”, monologo ideato e interpretato da Serena Gatti che si è lasciata ispirare dai romanzi di Suad Amiry, scrittrice e architetto palestinese.

Lo spettacolo (produzione Azul Teatro - ingresso 10 euro) racconta le vicissitudini di una donna palestinese per la quale tutto diventa difficile: dagli appuntamenti con il fidanzato al rilascio del documento di identità. Costretta a vivere da clandestina nella terra natìa, la protagonista è costretta ad assistere impotente, giorno dopo giorno, alla deformazione del paesaggio provocata dal “colonialismo da insediamento”, per dirla con le parole di Ilan Pappè, storico e studioso israeliano che ha coniato quest’espressione per indicare l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele. In bilico tra la brutalità dei fatti e la delicatezza dell’argomento, l’intensa messa in scena della Gatti narra episodi del vivere quotidiano avvolti in una realtà conflittuale, analizzando la routine di chi vive sotto occupazione, costellata di difficoltà e umiliazioni. Un invito a riflettere sulla questione palestinese e, più in generale, su diritti umani, condizione femminile, migrazioni e Mediterraneo, rivolto ad un opinione pubblica troppo spesso colpevolmente distratta.

“Femminile Palestinese” è parte integrante del Centro di produzione teatrale “Casa del Contemporaneo”, che ne ha sposato la causa con la convinzione ideologica di dover dare spazio, nell’ambiente culturale salernitano, a eventi che vadano al di là degli schemi commerciali. «Aprire interrogativi senza offrire facili risposte, stimolare il dibattito sui valori umani e civili: si può riassumere così il senso della nostra azione – sottolinea Giovanni Petrone, direttore amministrativo della Casa del Contemporaneo – Manifestazioni come “Femminile Palestinese”, che utilizzano e sperimentano diversi linguaggi artistici, sono necessarie al fine di intercettare sul nostro territorio un pubblico più eterogeneo possibile. Sosterremo la rassegna in futuro».