L’invisibile diventa visibile L’arte si mostra ai disabili

Al Museo Diocesano gli Avori medievali saranno fruibili anche per i non vedenti I nuovi sussidi tiflodidattici consentiranno di apprezzare diversi capolavori

SALERNO. Rendere visibile l’invisibile, far toccare con mano a chi non può vederla la bellezza di opere di rilevanza mondiale. Con questo spirito, il Museo Diocesano San Matteo di Salerno si prepara a rendere fruibile anche ai non vedenti il ciclo degli Avori medievali.

Mercoledì 3 dicembre, infatti, alle 16 verranno presentati i nuovi sussidi tiflodidattici, che garantiranno anche al pubblico con disabilità visiva la fruizione della splendida serie di tavolette eburnee e di alcune opere d'arte conservate nel museo. La manifestazione si svolge nell'ambito della “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità”, cui la Soprintendenza ai Bsae di Salerno e Avellino ed il Museo Diocesano hanno aderito presentando le nuove installazioni tattili.

Per l’occasione, Lucia Sessa accompagnerà il pubblico con disabilità visiva durante una visita guidata, supportata dai nuovi sussidi artistici realizzati grazie al contributo della Regione Campania. «Si tratta - spiega Emilia Alfinito della Soprintendenza - della riproduzione in rilievo, curata dall’Associazione Pro-Ciechi di Roma, di 18 tavolette. E non solo: abbiamo voluto proporre per i non vedenti anche installazioni con il Crocifisso dipinto su legno di Pietro Barliario e del Polittico di Andrea Sabatini da Salerno». Completano il quadro le piantine del Museo e dell’intera città di Salerno, per dare la possibilità ai visitatori di comprendere l’esatta collocazione della teca museale all’interno del tessuto urbano. «Dopo gli ascensori, con questo progetto che si realizza - prosegue Alfinito - cadono le ultime barriere architettoniche». Il ciclo eburneo proveniente dalla Cattedrale di San Matteo è composto da 72 tavolette, di cui alcune conservate in musei esteri (Louvre, Metropolitan Museum, Museo di Belle Arti di Budapest, Musei Statali di Berlino, Ermitage di San Pietroburgo e Museo d’arte di Amburgo). A Salerno sono custodite 64 formelle di cui trentaquattro illustrano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, 13 medaglioni (dieci apostoli e tre oranti) e 15 frammenti di cornici. «L’ampia serie di raffigurazioni - scrive Giovanna Sessa nella guida ufficiale del Museo - restituisce un progetto teologico finalizzato al tema della Salvezza attraverso la Chiesa. Il ciclo si apre con la rappresentazione dei sei giorni della Creazione. La seconda parte è interamente dedicata alla vita di Cristo, dall’infanzia, attraverso la vita pubblica, ai miracoli, alla Passione ed alla Resurrezione, fino alla Pentecoste».

Paolo Romano

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