ARCHEOLOGIA

L’antica Volcei tra presente e nuove scoperte

Adele Lagi: «Un’area che rischiava di andare perduta ora è un caso di studio»

BUCCINO - “La pietra nella roccia”, una storia di archeologia e di partecipazione di un lavoro di decenni oltre che di una visione culturale e sociale di una comunità quale è la cittadina di Buccino. Presso il Palazzo Ruggi D’Aragona, alla Soprintendenza Abap di Salerno e Avellino, è stato presentato ieri il lungo lavoro svolto dall’archeologa Adele Lagi. Una valorizzazione, quella di Buccino, iniziata dalla tutela: «Non abbiamo scelto di studiare Buccino, abbiamo fatto fronte a un’emergenza, quella del terremoto del 1980. Siamo partiti da uno studio pubblicato nel 1978 che raccoglieva dati archeologici e presenze antiche sul territorio perché Buccino era Volcei e Volcei rischiava di andare perduto insieme al centro storico», rivela l’archeologa che cominciò a lavorare al progetto di recupero dell’antico all’interno del paese moderno affinché il vecchio continuasse a vivere nella quotidianità come lo era stato per secoli.

«Un progetto difficile perché i nostri centri storici sono ricchi di antichità ma tendono a essere abbandonati. - spiega la Lagi - Lo studio del tipo di archeologia urbana da mettere in atto e la tutela di questo patrimonio sono stati i nostri punti fondamentali di azione». Un lavoro, quello dell’archeologa e dei suoi colleghi che spesso ha il suo principio nella tutela e prosegue poi con la valorizzazione. Ma un progetto come quello di Buccino che assicurava la salvaguardia deve vivere nell’interesse collettivo «è nostra professione assicurare la tutela del bene e preservarlo dalla distruzione - continua l’archeologa Lagi - ma spetta alla popolazione saperlo apprezzare e farne diventare potenzialità del territorio, preziosa eredità dei nostri padri e così crescere culturalmente e creare lavoro».

Uno dei meriti della valorizzazione del territorio di Buccino è aver avuto sin dall’inizio una costante e proficua collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno: «Ho cominciato il lavoro con il prof. Luca Cerchiai quando era funzionario e successivamente con la cattedra di Archeologia retta dalla prof.ssa Angela Potrandolfo. L’ateneo salernitano ha fatto per anni campi scuola a Buccino e molti miei colleghi attuali sono passati proprio da lì avendo i contatti con l’archeologia da campo proprio a Buccino. - sottolinea la Lagi - E questa collaborazione con l’Università va avanti tutt’ora con numerosi risultati di studio, prodotti nei tanti anni di scavo, a cui dobbiamo dedicarci. Abbiamo, inoltre, allestito un museo con i dati tratti dagli studi sul materiale che abbiamo scavato e che andrà avanti con pubblicazioni scientifiche perché Buccino deve diventare un centro noto anche agli studiosi e quindi essere utile alla crescita della conoscenza», aggiunge l’archeologa che poi svela: «Questo studio, queste tesi e questo materiale sarà coordinato da chi mi sostituirà, la dott.ssa Simona Di Gregorio, giovane e valida archeologa. Io, invece, conitnuerò a collaborare con la Soprintendenza come volontaria e studiosa perché non vorrei lasciare Buccino».

Adele Lagi poi conclude: «Mi auguro inoltre di poter sempre aiutare le mie colleghe a portare avanti il progetto di studio e resto a disposizione della Soprintendente su qualunque idea voglia portare avanti. Il clima di amicizia, inoltre, è fondamentale per raggiungere risultati che dall’immaginazione diventato poi reali».