L’antica cappella del Purgatorio torna a splendere

Dopo il recupero potrà ospitare anche eventi culturali Il primo è una mostra che sarà inaugurata il 31 agosto

di PAOLO ROMANO

Un luogo di culto antico, dove si respira l’odore dei secoli. Un edificio sacro recuperato e reso fruibile anche per eventi culturali ed artistici. È la cappella del Purgatorio a Scala, ritornata di recente al suo antico splendore. La cappella deve il nome alla grande quantità di ossa umane che vi furono rinvenute, legandosi al culto ed alla pietà popolare per i morti. Casualmente scoperta nel 1958, è posta a metà altezza tra il Duomo e la Cripta del Paradiso. Utilizzando fondi europei, l’amministrazione comunale guidata da Luigi Mansi ha dato impulso a nuove realizzazioni tra cui il progetto di restauro della imponente cattedrale romanica dedicata a San Lorenzo, valorizzando anche le pregevoli testimonianze storiche della basilica di Sant’Eustachio e appunto della cappella del Purgatorio, che rientra nell’opera di riqualificazione degli ambienti che insistono nel supportico del Duomo.

La cappella altomedioevale è un prezioso scrigno d’arte, incastonato nel percorso coperto che mette in comunicazione piazza Municipio con Palazzo Mansi, ex Arcivescovado. La cappellina raccoglie le memorie della storia locale, collegate a quella dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, fondato da Gerardo Sacco, nativo di Scala. Entrando si nota subito la lastra sepolcrale che contiene proprio le spoglie mortali di uno dei soldati di Cristo. Impreziosiscono il tutto le colonne ed i capitelli di spoglio.

L’ambiente, per l’irregolarità delle absidi, per l’altezza inferiore a quella dei normali edifici di culto e per la quota del pavimento che appare allo stesso livello di quello originario, era presumibilmente la cripta di una chiesa costruita su di essa.

Dopo un accurato restauro, completato con il recupero del minuscolo teatro che la affianca, si è inteso promuovere questa nuova realtà culturale ideando una rassegna di eventi artistici.

Sposando il genius loci, la rassegna artistica si chiama “Incripta” ed è curata da Maria Giovanna Sessa, che spiega per sommi i capi il progetto: «Si trasformerà in laboratorio dei linguaggi visivi contemporanei, in luogo di crescita e di formazione per le nuove generazioni, in spazio di aggregazione e di rinnovata identità in cui sviluppare un comune sentire».

C’è già un appuntamento di respiro internazionale con una mostra: «Il primo segmento di questo nuovo corso è costituito dalla mostra che si inaugurerà mercoledì prossimo, con un’installazione ambientale di Ciro Vitale, giovane artista di Scafati, noto per la sua ricerca sperimentale e per il suo impegno nel dibattito contemporaneo».

Vitale si è confrontato con lo spazio della cappella rivisitandolo ed esaltandone le potenzialità espressive. La sua sarà una mostra concepita appositamente per il recuperato spazio sacro. Nato a Scafati, Vitale è un artista poliedrico, spazia dalla realizzazione di video, video-installazioni e stampe utilizzando svariati materiali, dal legno, ai neon, alla stoffa. Visitare la cappella del Purgatorio consente anche di fermarsi ad ammirare il Chiostro del Paradiso, unico esempio di architettura in stile gotico presente in Costiera Amalfitana. Un vero e proprio capolavoro.

Restaurato nel 1863, è un ambiente ben diverso dalle cripte interrate e buie: con le volte a crociera che raggiungono i dieci metri di altezza, la Cripta del Paradiso si presenta festosa e inondata di luce. Per chi va a visitarla, è davvero uno spettacolo da non perdere.

Elementi di rilievo sono l’altare centrale che accoglie la deposizione con il bellissimo Cristo ligneo e il monumento sepolcrale di Marinella Rufolo. Sempre nella cripta, è conservato un prezioso e raro Cristo in legno dipinto. Risalente alla seconda metà del XIII sec., appartiene a un trittico di gusto gotico che rappresenta la deposizione dalla croce. Un recente restauro ha ripristinato l’originaria brillantezza dei suoi colori. Colori che colpiscono chi va a visitarlo e che lo rendono uno spettacolo indimenticabile. “Il Signore di Scala” è da secoli talmente amato che ha fatto della Cripta il santuario più venerato della Diocesi Amalfitana.

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