L'EVENTO

Jasmine Trinca al Festival di Giffoni nel ruolo di antidiva 

L'attrice sarà protagonista del film sulla vicenda di Stefano Cucchi

GIFFONI VALLE PIANA . Per l’inaugurazione della 47° edizione del Festival di Giffoni l’ospite istituzionale è stato il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, accolto dai sindaci, dal presidente della Provincia Canfora e dal direttore Gubitosi. Franceschini ha visitato la struttura del Multimedia Valley. Colpito dall’atmosfera, il ministro dopo avere ricordato il lungo e sofferto iter per la costruzione del primo lotto del Multimedia Valley, si è sbilanciato: «Prendo l’impegno che non passeranno altri sedici anni per completare il Multimedia». Un intervento breve quello del ministro che ha voluto ricordare la nuova legge sul cinema che elimina il marchio dell’interesse culturale per ottenere i finanziamenti statali, rafforzando il sistema del credito d’imposta, delle agevolazioni ancora fiscali a vantaggio di opere prime ed esercenti che vogliano aprire nuove sale. E così, a proposito di cinema, all’uscita di scena di Franceschini è seguito l’ingresso della diva ostentatamente antidiva, Jasmine Trinca (foto), prima attrice ospite di questa edizione. Ha incontrato i ragazzi di tutte le giurie, da Generator+13 ai più “anziani” della Masterclass.
Antidiva anche nell’abbigliamento, l’attrice ha azzardato accoppiare una tshirt bianca sportivissima con la gonna pieghettata e i sandali dorati. Capelli biondo platino come Fortunata, il suo ultimo personaggio nel film diretto da Sergio Castellitto, ha raccontato ai ragazzi che “ancora non riesce ad uscire dal personaggio”, una donna difficile che le ha valso il premio “Un Certain Regard” all’ultimo Festival di Cannes. Si, perché lei, senza aver mai frequentato scuole di recitazione e attrice per caso, scelta a 18 anni per “La stanza del figlio” da Nanni Moretti, racconta come un’esperienza totalizzante, oltre Stanislavskij, quella della recitazione: «Dopo un anno ancora non riesco a liberarmi di Fortunata, infatti ho ancora i capelli color platino». Un’esperienza talmente piena quella dell’attore da cui sembra non liberarsi davvero, e recita il suo perenne sentimento di inadeguatezza: «L’attore è un individuo pieno di incertezze. Quando ho vinto il premio a Cannes per qualche tempo sono stata benissimo, poi adesso al pensiero del prossimo film mi chiedo se sarò mai all’altezza». Il prossimo film è tratto dal libro di Ilaria Cucchi sulla controversa vicenda della morte in carcere del fratello Stefano. E qui viene fuori l’anima militante dell’attrice, che si è sempre professata orgogliosamente di sinistra, all’ultimo Festival del cinema di Pesaro ha confessato di non vergognarsi di definirsi “compagna”: «Mi auguro che questa donna venga risarcita, deve avere qualcosa indietro».