LA STORIA

«Io, Ratzinger e il nostro amore per i libri»

Il teologo Elio Guerriero, ex alunno della Badia di Cava, ricorda l’amicizia col Pontefice emerito: «Tante menzogne su di lui»

Un ex alunno, Elio Guerriero, teologo e scrittore, nativo di Capriglia (in provincia di Avellino) che ha frequentato il liceo classico “San Benedetto” della Badia di Cava dal 1965 al 1968 è diventato nel corso degli anni “amico” di Papa Benedetto XVI scomparso l’ultimo giorno del 2022. Elio Guerriero è stato anche per alcuni anni vicedirettore editoriale della “San Paolo” e anche per motivi professionali abbastanza frequenti sono stati gli incontri con Papa Ratzinger. Li ricorda in una suo intervento sul periodico “Ascolta”, organo degli ex alunni della Badia di Cava di qualche anno fa. Gli incontri di Guerriero con il Pontefice sono stati numerosi: «Incontrai il futuro Papa alla congregazione per la dottrina della fede. Lo rividi poi nel 1985 a Roma in occasione di un convegno organizzato dal vescovo Scola su Von Speyer. In quell’occasione lo invitai a Brescia dove all’epoca aveva sede la rivista “Communio”. Gentile e cortese all’epoca, il cardinale Ratzinger accettò l’invito e nella primavera dell’anno seguente tenne una brillante lezione sul rapporto tra teologia e politica a Palazzo della Loggia».

Nel 2005 dopo l’elezione a pontefice il Santo Padre Benedetto XVI ricevette in una udienza i proprietari della Casa Editrice San Paolo e come da prassi furono presentati i vertici: «Arrivato il mio turno - ricorda Guerriero - Ratzinger disse: “Questo lo conosco, questo è un amico”. Per me è stata una grandissima emozione». Alcuni mesi dopo Elio Guerriero fu ricevuto con la famiglia in Vaticano: «Come al solito - racconta Guerriero - Papa Benedetto XVI fu gentile e affettuoso con tutti, in particolare con il più giovane dei miei figli. Poi gli ricordai che stavo lavorando alla traduzione del primo volume della sua opera su Gesù di Nazaret, lo sapeva già ma mi guardò ugualmente con gratitudine e sorpresa. Poi con il suo fine umorismo disse: “Ma non si è ancora stancato con i miei libri?”». Elio Guerriero nel 2013 dopo le dimissioni sentì di nuovo il bisogno di recarsi in visita al Mater Ecclesiae dove Papa Ratzinger risiedeva.

«Alla sua presenza - scrive - ero emozionato e commosso ma, come era già avvenuto in altre occasioni fu lui a trarmi d’impaccio. Mi mostrò la sua biblioteca, parlammo di alcuni libri cari a lui e a me. Notai la grande distanza tra l’immagine di un uomo sconfitto dalla storia nella quale volevano costringerlo numerosi giornalisti e scrittori e la serenità con la quale viveva il suo ritiro. Nell’uscire da quella udienza decisi che dovevo scrivere la sua biografia per testimoniare la verità, per sottrarlo a immagini stereotipe e fin troppo scontate. Alla fine del 2016 terminai il mio lavoro e gli mandai tutto». Dopo qualche tempo la risposta: «Mi arrivò il testo con alcune correzioni e precisazioni ma soprattutto con l’autorizzazione alla pubblicazione. - conclude Guerriero - Gli portai il testo stampato una prima volta nell’edizione italiana e all’inizio del 2018 in quella tedesca. Il Papa emerito appariva ormai molto debole ma con gli occhi arguti e vivi come sempre. Ebbe in quell’occasione parole di gratitudine e un sorriso di tenerezza nei miei confronti».

Francesco Romanelli