La Città della musica

In pista gli Shut up Munch, liberi e senza "miti"

Quattro giovanissimi uniti dalla stessa passione musicale

SALERNO. Visioni inespresse, pulsioni recondite: da qui prende vita l'urlo degli Shut Up Munch, band salernitana che riunisce in se quattro giovani musicisti e altrettanti stili quanti sono i suoi componenti. La formazione nasce nell'autunno del 2011, mettendo insieme in un unico profilo quattro personalità musicali di matrici tra loro profondamente differenti. «Abbiamo idee totalmente diverse - spiegano - sia nel gusto musicale che nella composizione. Questo ci aiuta a passare con disinvoltura dalla wave all'elettronica, al noise fino all'industrial. Per ognuno di noi questo è il nostro primo progetto serio». Dall'estate del 2012, la band ha iniziato a esibirsi nei locali campani, vincendo inoltre il Free Music Contest. La band ha condiviso il palco con gruppi come Banquet, Kutso, Iori's Eyes, Roberto Angelini, e proprio pochi giorni fa è stata band d'apertura di Morgan al Campania Eco Festival. Fronteggiati, sul palco, dal cantante e chitarrista Antonio Prugno Siniscalchi, The Shut Up
Munch sono inoltre: Marco Gentile alla chitarra, Fausto Cianciullo al basso, ai synth e ai cori, Gianluca Cocomero alla batteria. Ventidue anni l'età media della band.

[[(Video) La Città della Musica: "Shut up Munch"]]

«Pur essendoci incontrati in momenti differenti - raccontano - ci siamo trovati in una fase in cui tutti avevamo tempo da dedicare a questo progetto. Il tempo ha fatto di noi una band affiatata. Il nostro chiodo fisso è suonare, dedichiamo tutte le nostre energie alla musica. Ci concentriamo a tempo pieno sulla musica, vorremmo vivere di questo e ci stiamo provando davvero, fare più cose contemporaneamente porta a non fare niente bene. Scriviamo le musiche tutti insieme, in sala prove, e ci scontriamo parecchio durante il lavoro perché siamo di derivazione musicale differente: alcuni di noi hanno un'impostazione classica, altri no. Ma stiamo tutti crescendo in varie direzioni, lo squilibrio ci aiuta ad essere variegati. Adesso, stiamo lavorando al disco che uscirà per l'etichetta Casa Lavica».

Le influenze musicali sono vastissime: Nine Inch Nils, Tool, e, tornando in Italia, Verdena e Teatro degli Orrori, tra i tanti di cui è percepibile un'eco nei loro brani. Tuttavia, The Shut Up Munch non amano essere ascritti a un solo genere: «Per noi la musica è bella o è brutta, non ci siamo mai imposti un genere, questa è la cosa che davvero ci ha accomunati. Ci siamo astratti dalle nostre passioni individuali, i generi servono più a riempire spazi che a dire cose concrete. Nessuno tra noi voleva portare un proprio mito musicale all'interno del progetto. Ci piace sentirci liberi. In Italia c'è una sorta di monopolio discografico, ultimamente si tende sempre verso la stessa direzione che è quella segnata dal cantautorato, noi proviamo a fare qualcosa di diverso».