I RITI DELLA PASQUA

In Costiera tornano i "Battenti", nel Cilento l'antica “peregrinatio”

Da Minori ad Atrani le processioni degli incappucciati durante la Settimana Santa. Fedeli mobilitati dopo lo stop imposto dalla pandemia

IN COSTIERA

l rito dei “Battenti”. La tradizione vuole che i riti abbiano inizio il pomeriggio del Giovedì Santo quando, dalla congrega del SS. Sacramento, i Battenti, intonando canti in “toni ‘e Vascio”, escono in corteo per incamminarsi lungo i sentieri dei villaggi e le strade del paese, toccando le principali chiese del centro storico di Minori e delle frazioni, terminando la lunga ed estenuante processione a notte fonda nella Basilica di Santa Trofimena. E all’alba di oggi, Venerdì Santo, i Battenti riprenderanno il loro cammino armonizzando il canto in “toni ‘e ‘ncoppe”. A mezzogiorno uno dei momenti più suggestivi dell’intera Settimana Santa: il corteo che giunge nella Basilica di Santa Trofimena atteso da tutto il popolo. In un’atmosfera di profonda religiosità e in assordante silenzio i battenti intoneranno gli ormai famosi “canti e dint’ a chies”, melodie di dolore evocanti le atrocità della via Crucis. I Battenti torneranno a cantare i anche a Maiori dopo due anni di silenzio assordante. Per le stradine del paese costiero i discepoli incappucciati intoneranno i canti secolari richiamando i fedeli alla riflessione in questo periodo pasquale. Anche ad Atrani si è rinnovata la tradizionale processione del Giovedì Santo che si snoda tra le vie del paese per poi raggiungere la vicina Amalfi. La processione è partita subito dopo la celebrazione della Messa “in Coena Domini” nella Collegiata di Santa Maria Maddalena. Al calar della sera il paese si è illuminato solo con fiaccole e lumini mentre un silenzio carico di fede e suggestione viene interrotto solo dai canti e delle preghiere dei fedeli. Protagonisti di questo corteo religioso anche in questo caso sono i Battenti, uomini vestiti di una tunica bianca, con il volto coperto e con una corona di spine sulle testa che accompagnano la processione. La via Crucis ha attraversato i vicoli del piccolo borgo della Costiera al grave ritmo dei canti tradizionali. Percorrendo il corso principale del paese, il corteo degli incappucciati è giunto fino in piazza Umberto I per entrare nella Chiesa di San Salvatore de’ Birecto. Poi dalla porta di bronzo della Cappella Palatina ha fatto la sua comparsa, illuminata da un faro, la statua di Gesù crocifisso che è stata portata in processione per le strade di Atrani, con la sosta di preghiera davanti l’altare della reposizione con le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata.

Il concerto di Amalfi. Ad Amalfi, domani, vigilia di Pasqua, presso l’Antico Arsenale della Repubblica si terrà il concerto “Miserere – Cantare la Passione. Liturgia Popolare della Settimana Santa in Campania”. Lo spettacolo proposto da Carlo Faiello è un dramma cantato e recitato in forma dialettale che raccoglie il repertorio musicale paraliturgico di tradizione orale della regione Campania, anche della Costiera Amalfitana. I fedeli della Divina attendono frementi l'arrivo delle festività pasquali che in questo 2022 riacquisteranno anche quel profondo senso liturgico smarrito negli ultimi due anni a causa della pandemia.

NEL CILENTO

Il monte della peregrinatio. Il monte della Stella è il cuore della fede che nella settimana Santa si sperimenta nei borghi della piramidale vetta che guarda alla costa di Acciaroli da una parte e verso il Gelbison dall’altra. Qui, sin dal medioevo, le confraternite rivivono una peregrinatio di chiesa dopo chiesa, cappella dopo cappella, per piangere il Cristo morto assieme alla mamma, Maria, il Venerdì e Sabato santo. È venuto sin quassù per studiarle il Maestro Roberto De Simone, appassionato cultore di antropologia musicale, attivo autore per la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Di come, perché e quando nasce una musica, per una ragione di profondo innamoramento. Cantando antichi sermoni senza musica, a voce sola, i confratelli compiono un intreccio circolare in processione. Guidati dal gonfalone, dalla croce e dalle altre insegne, si portano a visitare le chiese dei vari casali.

La rinascita de rito. «Quest’anno tutto ciò viene vissuto come una rinascita - spiega Migliorino - Un ritorno che è segno di speranza sia per gli appartenenti ai pii sodalizi sia per i fedeli, facendo riscoprire una realtà per le nuove generazioni forse ignota». Una prolungata assenza avrebbe inciso negativamente sulle confraternite, considerando che già da qualche tempo mostrano segni di sofferenza dovuto soprattutto ad un affannoso ricambio generazionale, a causa dell’incessante spopolamento dei paesi. «Con molti sacrifici da parte di tutti, si cerca di mantenere viva questa tradizione, sforzandosi affinché non si disperda l’enorme connotato culturale che essa contiene – conclude Migliorino - Un patrimonio immateriale che appartiene alle comunità del territorio che si dipana alle falde del Monte della Stella».

Dai germogli di grano alla Veglia. Ogni giorno si osserva un rituale proprio. Il Mercoledì e la mattina del Giovedì Santo i fedeli portano in chiesa i germogli di grano da utilizzare per addobbare l'Altare della Reposizione del Giovedì, i cosiddetti “Sepolcri”. Nella sera del Giovedì inizia la Messa in “Coena Domini”, con la partecipazione di 12 confratelli della locale Confraternita del Ss.mo Rosario nelle vesti degli apostoli. Al termine, ad ognuno dei confratelli viene assegnata una ciambella, il tortano di pane, ogni fedele riceverà un panino. Segue l’adorazione notturna del Santissimo. Il Venerdì Santo le confraternite del Cilento Antico visitano l’Altare della Reposizione, rituale praticato a sua volta dalla confraternita di Sessa Cilento. Poi, come di consuetudine, si tiene la Liturgia della Parola. Dopo inizia la processione per la via principale del paese con le statue di Gesù Morto e della Madonna Addolorata dove partecipa la confraternita locale. Si tratta di ripercorre le sofferenze del Cristo prima della crocifissione, accompagnare la mamma che perderà l’unigenito figlio, morto per salvare l’umanità. Sabato Santo, dopo le ore 22, inizia la Veglia Pasquale, con i riti del fuoco e dell’acqua benedetti, segni di vita che precedono la processione del cero pasquale, simbolo di luce che illumina le nostre esistenze. Le Confraternite presenti nei comuni dell’area del Cilento Antico sono a Sessa Cilento, Omignano, Stella Cilento, Casal Velino, Pollica, Serramezzana, Montecorice, Perdifumo, Castellabate, Laureana Cilento, Lustra, Rutino, Torchiara, Prignano Cilento, Ogliastro Cilento. In questa settimana santa vissuta mentre non lontano da noi l’ennesima guerra insanguina piccole e grandi città, uomini e donne tramandano riti antichi, di condivisione nella sofferenza alla quale seguirà la speranza della risurrezione.

Salvatore Serio
Nicola Nicoletti