L’album di esordio

In “Atto primo” un melting pot di sonorità e ritmi ancestrali

C’è tutto un mondo in “Atto primo”, il debut album degli Ars Divina, ed è difficile descriverlo. Il violino di Pierpaolo Iemmo ci riporta alle ancestrali melodie d’Irlanda mentre le chitarre di Di...

C’è tutto un mondo in “Atto primo”, il debut album degli Ars Divina, ed è difficile descriverlo. Il violino di Pierpaolo Iemmo ci riporta alle ancestrali melodie d’Irlanda mentre le chitarre di Di Marino risentono della migliore tradizione del southern rock statunitense, soprattutto nel suono. Il basso di Trestino è incessante e ha un sound corposo, in piena armonia con Roberto Coscia alla batteria che dà la sferzata ritmica giusta al groove. Elemento peculiare della produzione musicale degli Ars Divina è la voce di Mercaldo dalla timbrica ambivalente, lirica e rock al contempo e capita che, all’interno di uno stesso brano, i due registri si sovrappongano in un delicato intreccio. “Atto primo” è stato registrato e pubblicato poco più di un anno fa. “Arte nobilis” è il nome del singolo estratto dal disco di cui è stato realizzato un video, registrato in una chiesa sconsacrata.

Sette in tutto le tracce racchiuse in questo primo lavoro, tutte contraddistinte dal tono lirico di Mercaldo – che è anche basso del coro del Teatro San Carlo di Napoli – che si alterna ad un timbro più rock, più “leggero”. Di duplice matrice è la natura dei testi, a volte costellati di colti cenni letterali ma in cui non manca un richiamo a storie di vita vissuta. Essenziale è anche l’apporto vigoroso della ritmica. Bach da un lato e i Black Sabbath dall’altro: gli Ars Divina pescano a mani piene nella tradizione classica e nell’hard rock. (a.d.v.)

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