Il tributo musicale alla “fortuna” di Alfonso Deidda

CAVA DE TIRRENI. Non è la prima volta che il musicista salernitano Alfonso Deidda elargisce i frutti della sua brillante vena compositiva, già racchiusa nei dischi dei Cuban Stories, ma “Lucky man”...

CAVA DE TIRRENI. Non è la prima volta che il musicista salernitano Alfonso Deidda elargisce i frutti della sua brillante vena compositiva, già racchiusa nei dischi dei Cuban Stories, ma “Lucky man” è il suo primo progetto nelle vesti di leader, e verrà presentato, domani sera (ore 22), sul palco della rassegna MoroinJazz del pub Il Moro. Dieci tracce scritte e arrangiate dal più piccolo dei tre fratelli in buona parte responsabili dell'appellativo di “piccola New Orleans” che Salerno si è guadagnata negli anni, registrate presso lo Studio Artemedio di Stefano Armiero, tra i migliori, in Europa, e che ha sede alle porte di Udine.

Pubblicato in questi giorni per Jando Music e via Veneto jazz, “Lucky man” racchiude già nel titolo una triplice declinazione della fortuna evocata. «Quella di poter fare il lavoro che amo, o almeno provarci con tutte le mie forze – spiega il polistrumentista salernitano – e una serie fortunata di eventi che mi ha investito negli ultimi tempi. Ma il disco è sopratutto una dedica – aggiunge Deidda – a un mio amico, un musicista scomparso poco tempo fa: Fortunato Santoro. “Lucky man” è lui, in realtà, anche se ha avuto mena fortuna di me, purtroppo».

Un album che oscilla tra stili differenti come la visione del musicista che, pur disponendo di piena padronanza su più di uno strumento, non è mai scivolato nei virtuosismi fini a se stessi, ricercando piuttosto un linguaggio spontaneo con cui trasmettere al pubblico l'intensità del suo mondo sonoro. In “Lucky man” c'è molto funk: è un progetto eterogeneo venato di latin jazz ma aperto al contempo ad un linguaggio più “europeo” e moderno, nel solco del contemporary.

Per realizzarlo, Alfonso Deidda, si è affidato a quanto di meglio ha da offrire la scena jazz italiana, tra cui suo fratello Dario, al basso elettrico; al pianoforte c'è Julian Oliver Mazzariello, pianista anglo-italiano di straordinario talento, mentre alla batteria c'è l'eccelso Alessandro Paternesi. «Un punto di partenza, non di arrivo», sottolinea Deidda che in questo suo album ha suonato tutti e quattro i sassofoni: il contralto, il baritono, il soprano e il tenore, aggiungendo il clarinetto basso. Alla tromba c'è la tromba italiana per eccellenza: Fabrizio Bosso, con cui Deidda aveva collaborato più volte.

Alessandra De Vita

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