l’inaugurazione

Il tempo di Rosy Rox alla Galleria Verrengia

di LUCIA D’AGOSTINO «Il t. empo è tra quelle cose che ci appaiono diverse da come sono. E l’arte come linguaggio altamente simbolico può rappresentare il luogo perfetto per sovvertire la linearità...

di LUCIA D’AGOSTINO

«Il t. empo è tra quelle cose che ci appaiono diverse da come sono. E l’arte come linguaggio altamente simbolico può rappresentare il luogo perfetto per sovvertire la linearità del tempo e l’ordine dello spazio». Così definisce Rosy Rox le diverse espressività, le varie declinazioni linguistiche, (sculture, disegni, installazioni e performance), della sua arte che ruota intorno al concetto di tempo e alle dinamiche esistenziali che lo scorrere della vita determina. Stasera verrà inaugurata alle 19 alla Galleria Paola Verrengia a Salerno, con cui Rosy Rox collabora dal 2009, la personale di questa artista napoletana, classe 1976, che risulta tra le figure più rappresentative della sua generazione nell’arte contemporanea. La mostra dal titolo “Vuoti d’ombra”, curata da Antonello Tolve, rimarrà aperta al pubblico fino al 30 settembre (dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 20,30 e il sabato dalle 17 alle 21). Si tratta di un allestimento di forte impatto visivo con una nuova installazione e una serie di lavori a partire dal 2013 fino ad oggi, a segnare un percorso espositivo che è poi un viaggio nel tempo e sul tempo, il concetto intorno al quale ha sempre girato e gira l’estetica della Rox. Proprio l’installazione pensata e progettata per la galleria salernitana, che da anni è tra le poche realtà a curare una ricerca e sperimentazione, denominata “Vuoti d’ombra” (2016) dà il titolo alla personale e parte dallo studio del passaggio del tempo nel meccanismo della meridiana.

Una sorta di disegno che sulla parete del locale “proietta” un’ora, che è un’ombra, grazie all’utilizzo della luce artificiale e indica un tempo presente in un luogo determinato, la galleria. Questo lavoro, l’intera impostazione della sua ultima produzione intorno alle dinamiche tempo-spazio, «si inserisce – sostiene la Rox – nello spazio metaforico dell’ombra, uno spazio di incertezza che in qualche modo lega temporalità ed eternità. Un tempo che cattura il buio attraverso la luce». Le altre opere si susseguono tessendo il sottile filo della narrazione temporale con “Credo” (2013), un ventaglio fatto di lamette che fa parte dei suoi lavori denominati “oggetti crudeli”; le sculture “Soffio vitale” (2016) e “Corpo d’ombra” (2016) a rimarcare il tempo e l’ombra; i disegni “Ombre di memoria” (2015-2016) che fanno parte di una serie specifica e qui sono affiancati da foto della sua performance “Frammento archetipo” prodotta dall’associazione culturale Dello Scompiglio a Lucca nel maggio di quest’anno. Il tutto a sottolineare come si sia evoluto nella sua ricerca estetica il concetto di tempo.

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