Il sole e il rapporto tra i luoghi

A Mercato San Severino inaugurata “Solstizio d’estate” con quattro artisti

È stata inaugurata ieri sera a Mercato San Severino la mostra “Solstizio d’estate”, a cura di quattro perfomer del territorio.

di MASSIMO BIGNARDI

Nelle usanze delle terre dell'antica Grecia e delle sue colonie, in questi giorni correvano i preparativi per la festa di Apollo, dio della luce. Nel nostro calendario ci prepariamo al Solstizio d'estate, celebrando la luminosità del Sole che, a mezzogiorno di domani, si alzerà fino al punto più alto dalla linea d'orizzonte.

È la festa della luceche porta con sé l'energia dell'arciere Apollo ma anche, per noi cristiani, l'avvio dei sei mesi nel quale essa pian piano si affievolirà per ritornare a splendere dopo il solstizio d'inverno che, come si sa, anticipa di pochi giorni il Natale. Da domani o, meglio ancora da martedì 24, festa di San Giovanni, il sole rotola infuocando l'estate: san Giovanni è una festa solstiziale e porta con sé il detto che nel suo giorno cade la trave di fuoco nel mare. Il fuoco, la luce che rigenera la terra,sgombra l'oscurità e rinnova il patto che lega l'uomo alla terra, perché, nella lingua del popolo, "San Giovanni non vuole inganni".

Solstizio d'estate è il titolo che, con Mimmo Correale, abbiamo voluto dare alla mostra e all'evento ideati per il suo show room di Mercato San Severino: più che una sequenza di dipinti, grafiche ordinatamente allineate sulle pareti, la mostra mira a tessere un rapporto con "luoghi" da costruire, a partire da quelli della casa.

Come Ulisse e Telemaco abbiamo ordito il gioco delle apparenze tra le pareti domestiche, questa volta senza tendere l'inganno omerico, costruendo, invece, un percorso tra oggetti, segni e presenze di coniugazioni immaginative.

Abbiamo seguito e seguiremo il sole nel suo camino di ascesa e che, nel giorno del suo massimo splendore, trionferà donando calore e vita. La luce, come è stato per i nostri progenitori dell'età delle caverne, entrerà nella nostra quotidianità modellando le forme dei corpi, degli oggetti, delle figure, dei segni e, con essi, ravviverà l'intensità dei colori che animano i luoghi del nostro esistere.

È in questo registro che il dialogo tra i linguaggi dell'arte raggiunge il punto di massima declinazione, così come il Sole nel suo moto apparente sulla eclittica nel giorno del solstizio.

La luce sottrae la realtà all'inquietudine delle ombre,riaffidandoall'artela capacità di farsi esplicita dichiarazione di rinnovamento, perché i luoghi della nostra vita hanno necessità di farsi 'luoghi' della contemporaneità.

In mostra le opere, dipinti, installazioni, grafiche, ceramiche di Enzo Bianco, Silvio D'Antonio, Giuseppe Rescigno ed Angelomichele Risi, quattro artisti le cui esperienze provengono dalle sperimentazioni degli anni Settanta. Le opere proposte in questa festa solstiziale rispondono alla necessità di immaginare uno spazio che è modellato da linguaggi tra loro in contrappunto.

Da un lato esse tessono un dialogo tra forme narrative sospese sul filo del lirismo e l'ordito di piani affidato a superfici minimaliste dettate da materiali industriali; dall'altro gettano un ponte tra l'abbecedario di forme naturalistiche ricomposte da segni primari e le sognanti figure evocate della pittura o della ceramica.

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