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Il neo astrattismo di D’Antonio Dalla pittura fino al plexiglass

ROCCAPIEMONTE. Rigore, geometrismo, vivace cromatismo. Tante le definizioni da attribuire alle creazioni di Silvio D’Antonio, angrese ma rocchese di adozione. Classe 1950, a Roccapiemonte insegna...

ROCCAPIEMONTE. Rigore, geometrismo, vivace cromatismo. Tante le definizioni da attribuire alle creazioni di Silvio D’Antonio, angrese ma rocchese di adozione. Classe 1950, a Roccapiemonte insegna dagli anni ’90 disegno tecnico e storia dell’arte al liceo scientifico “Rescigno”. «Sia l’arte che l’insegnamento mi recano soddisfazioni – esordisce – perciò non antepongo l’una all’altro».

Ha iniziato a dipingere all’età di tredici anni, spronato dai docenti e in particolare da Ciro Salvatore Pica, che lo ha convinto a proseguire quella che poi sarebbe divenuta la sua attività principale. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Napoli, allievo di Giuseppe Capogrossi. All’attivo una proficua carriera: 250 opere, (dal ’73 agli anni ’80) di arte concettuale, e altre seguendo invece il “passaggio” alla corrente del “neo-astrattismo” (termine attribuitogli dal critico d’arte Massimo Bignardi), fanno di Silvio D’Antonio un interprete dell’avanguardia e della modernità. Il suo è un tratto sintetico, un segno preciso. Si è occupato anche di progettazione di opere architettoniche: ha curato, tra l’altro, la realizzazione del Teatro Nuovo a Salerno e le strutture di altare, ambone e fonte battesimale in una chiesa di Castel San Giorgio. Interessante la sua frequentazione del gruppo “Tàide”, associazione culturale dei primi anni ’70 con sede a Mercato San Severino. D’Antonio la definisce «una grande esperienza, che ha permesso a me e ad altri aderenti di esporre nostri manufatti alla quadriennale di Roma, nel 1975». Al “Tàide” afferivano prestigiose griffe come Pietro Lista, Ugo Marano, Franco Longo e Giuseppe Rescigno. «Le mie creazioni – afferma l’artista – si incentrano sull’essenzialità di forme, colori e materiali. Utilizzo oggetti comunemente reperibili: legno, ferro, plexiglas. Le mie ultime realizzazioni ripropongono la busta da lettera, idea concettuale mimetica e simbolica. Un tema di comunicazione».

Anna Maria Noia

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