Il messaggio interiore per le giovani generazioni

“Tappeti di cielo” è l’ultima fatica letteraria della poetessa Napoli originaria di Mercato San Severino

di ANNA MARIA NOIA

Un contributo al dialogo e alla riflessione rivolti alle giovani generazioni; un modo per avvicinare i ragazzi di oggi alla poesia e alla propria interiorità: tutto questo, e molto altro, è contenuto nella nuova silloge poetica di Michelina Napoli.

“Tappeti di cielo” è l’ultima fatica letteraria di questa poetessa e saggista originaria di Mercato San Severino, ma residente da tempo a Cassano d’Adda. Classe 1960, insegnante di materie letterarie nella scuola primaria, coniugata con Bernardino “Dino” Cerrato; due figli: Sena, 32 anni, e Luigi 27enne. Ama sia il suo paese di adozione (appunto Cassano, 18mila anime) che la realtà sanseverinese, nella quale è nata e vissuta, in una masseria della frazione Corticelle, fino ai 22 anni.

“Tappeti di cielo” – fresco di stampa (luglio 2016) – segue altre pubblicazioni, tra cui: “Immagine compiuta” (1996), “Quel ramoscello” (del 2000) e “A due passi dal canto”, stampato nel 2011 e altre opere minori.

Il volume, in procinto di essere presentato a varie fiere del libro – tra le quali l’appuntamento di Eboli, dal 12 al 14 agosto – è edito per i tipi di "Kimerik" (Messina); consta di 94 pagine, prezzo di copertina: 12 euro.

È corredato da un’apposita prefazione, a cura di Dunia Citro – giovane autrice emergente, di Baronissi – una delle due persone che hanno incentrato la tesi di laurea sulla produzione letteraria di Michelina Napoli. Una ulteriore introduzione è stata attuata da Luigi Cerrato.

Non si tratta semplicemente di un florilegio di liriche, tiene a precisare la stessa scrittrice, bensì di una raccolta di testi anche prosastici: delle riflessioni discorsive.

Tra i carmi più pregnanti è il caso di annoverare “Al giovane soldato del mondo”, ricco di pathos e sentimento; “Ricordo di Trieste”; “Dedicata a Salerno”; “La gentilezza di mio padre” – in ricordo del tempo che fu – e “Le parole stabili”.

Un libricino godibile ma al contempo intenso, formato da diverse sezioni: quella iniziale, relativa a “Festa della Repubblica”; poi, la sezione “Emigrazione” – con la bellissima lirica “Madre africana” - ancora la sezione “Italia”; “Ai nostri padri”; “Meditazione”; “Dialogo con il mondo”.

Perché “Tappeti di cielo”? «Il titolo – spiega la Napoli – nasce dal fatto che come il tappeto viene intrecciato con tanti colori, così l’umanità è composta da persone di tutte le razze che vanno accolte. Ma esso richiama anche l’insegnamento delle fiabe orientali, in cui si hanno dignità e rispetto».

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