LA SCOPERTA

Il fanciullo guerriero di Pontecagnano

Ritrovata la tomba numero 10mila con un bambino del IV secolo. Osanna: «Un caso di studio», Tomay: «È un successo»

PONTECAGNANO FAIANO - Il cinturone in bronzo dei guerrieri stretto intorno agli esili fianchi e due coppe in ceramica poggiate accanto ai piedi, una per il cibo l’altra, a due anse, per il vino che avrebbe dovuto garantirgli l’accesso al symposium . È un adolescente strappato al suo futuro benestante in una comunità guerriera, di fatto poco più di un bambino, morto a dieci forse 12 anni nel IV secolo a. C., il protagonista dell’ultima scoperta archeologica che è stata fatta a Pontecagnano Faiano. Nei giorni scorsi è stata portata alla luce la tomba numero 10.000 che testimonia l’importanza e la popolosità dell’antico insediamento etrusco-campano, sviluppatosi senza soluzione di continuità dagli inizi del IX secolo a. C. fino all’età romana. Il ritrovamento è stato effettuato nell’ambito delle indagini archeologiche preventive condotte dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino in un’area destinata alla realizzazione di un nuovo complesso residenziale. La sepoltura fa parte di un’ampia necropoli, impiantata alla fine del V secolo a. C. e frequentata fino alle prime fasi dell’insediamento romano.

La tomba 10.000 si caratterizza innanzitutto per la tipologia sepolcrale: una tomba a cassa, molto frequente nella necropoli, che utilizza però come materiale da costruzione non il travertino, la pietra locale ampiamente disponibile in loco, ma il tufo grigio campano, sicuramente importato. Anche la lavorazione della cassa e della copertura attestano la ricercatezza e la cura nella messa in opera della tomba. Tre blocchi in tufo modanati costituivano la copertura della cassa, realizzata con blocchi perfettamente squadrati. Dell’inumato, probabilmente un adolescente a giudicare dalla lunghezza dello scheletro e dalle dimensioni delle ossa, si conservava perfettamente la parte inferiore, dal bacino ai piedi, mentre quella superiore era stata danneggiata da infiltrazioni di radici e, probabilmente, da animali.

Il Direttore Generale dei Musei Pubblici, Massimo Osanna , ha affermato: «Un interessante e prezioso caso di studio». Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore del Museo di Pontecagnano Luigina Tomay : «È simbolo del successo di una buona prassi fatta di studio, di ricerche e di sistematici scavi che in questo lembo di Sud si sta portando avanti con continuità da quasi 60 anni ». Soddisfatto il Soprintendente Francesca Casule : «La capillare attività di tutela messa in campo a partire dal 1962 dalla Soprintendenza ha consentito di raggiungere risultati importantissimi sul piano della conoscenza e della valorizzazione dell’insediamento antico di Pontecagnano». Il sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara ha concluso: «Questo rinvenimento rappresenta un motivo di orgoglio per la nostra comunità e per la ricerca scientifica che consacra la nostra città come uno dei più importanti siti archeologici del Sud Italia». Presenti sul cantiere di scavo anche Antonia Serritella dell’Università degli Studi di Salerno e Bruno Baglivo , archeologo responsabile dei lavori.

(nic. sal.)