l’apertura della stagione lirica

Il dramma giocoso di Don Giovanni

Stasera (ore 21) al Verdi l’opera di Mozart diretta da Martinenghi

SALERNO. Sarà il nuovo allestimento firmato Teatro Verdi del “Don Giovanni” di Mozart ad inaugurare stasera , alle ore 21 (repliche il 17 alle ore 21) e 19 aprile alle ore 18.30). Per info rivolgersi al botteghino del Verdi.) la nuova stagione lirica. Il Don Giovanni, seconda delle tre opere italiane - insieme a “Così fan tutte” e “Le nozze di Figaro” - che il genio di Salisburgo scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte, è un dramma giocoso in due atti andato in scena per la prima volta a Praga il 29 ottobre del 1787.

A salire sul palcoscenico del Verdi un cast d’eccezione, con la bacchetta del maestro Gianluca Martinenghi a dirigere l’Orchestra Filarmonica Salernitana e il Coro del Teatro dell’Opera di Salerno, preparato quest’anno da Cinzia Gangarella. Nel ruolo principale il basso Markus Werba, uno dei migliori sulla scena mondiale e già protagonista in un allestimento salernitano del 2009; il basso Romano Dal Rovo nei panni de Il Commendatore, il tenore Giulio Pelligra come Don Ottavio il soprano Elena Rossi quale Donna Anna, il soprano Daphne Tian Hui come Donna Elvira, il basso Erwin Schrott come Leporello, il basso Emanuele Cordaro come Masetto e i soprano Miriam Artiaco e Francesca Franci ad alternarsi nel ruolo di Zerlina. Alla regia si cimenta il criticoo d’arte Vittorio Sgarbi, con la collaborazione di Tiziana Carlini, su scene di Alberto Andreis e costumi di Artemio Cabassi.

L’opera venne composta tra il marzo e l’ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni, ed è quella che fra tutti i titoli mozartiani gode del privilegio di aver avuto una vita scenica ininterrotta. In essa vi è riflesso tutto il genio mozartiano nei suoi diversi stili e nelle sue modalità compositive.

Stilisticamente il Don Giovanni è un’opera costantemente in bilico fra serio e buffo, e allo stesso modo, il tono generale oscilla fra tragedia e commedia, ben giustificando il sottotitolo “dramma giocoso” con cui Da Ponte sigilla l'intera opera. Ma il vero e proprio capolavoro del binomio Mozart-Da Ponte è certamente la caratterizzazione psicologica dei personaggi. Un lavoro arguto e preciso che sottolinea le fattezze psicologiche di ogni ruolo che acquisisce così una dimensione umana e vera, e fa riflettere su di loro la duplice volontà di comprendere il loro ego e di deriderlo.

Paola Primicerio

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