L'incontro

Il direttore dell'Espresso: «L’inchiesta è il cuore del giornalismo»

All'Università di Salerno la Lectio magistralis tenuta da Luigi Vicinanza

SALERNO. «Lo scoop della vita non è dietro l’angolo: per il giornalismo investigativo occorrono fatica, impegno e molto tempo da dedicare al controllo delle fonti. Il giornalista d’inchiesta ha un ruolo di mediazione tra i fatti e l’opinione pubblica. Ciò, indipendentemente se l'inchiesta sia pubblicata su quotidiani cartacei, riviste o siti web»: è stato questo il passaggio principale della Lectio magistralis tenuta ieri all’Università di Salerno, dal direttore de l’Espresso Luigi Vicinanza. Al tavolo dei relatori anche il direttore de la Città, Stefano Tamburini, accanto al prorettore dell’Ateneo Antonio Piccolo; al direttore della Scuola di giornalismo dell’Ateneo Gennaro Sangiuliano; ai docenti Virgilio D’Antonio, Diana Salzano e Stefania Leone – che insegnano presso il corso di laurea di Scienze della comunicazione – intervenuti assieme al professore Salvatore Sica. La Lectio è stata sul giornalismo d’inchiesta, argomento caro agli studenti di Scienze della comunicazione, alcuni dei quali erano presenti alla lezione insieme agli allievi della Scuola di giornalismo. I giovani che hanno seguito l’incontro hanno rivolto domande ben strutturate all’indirizzo di Luigi Vicinanza – che nei suoi trascorsi ha anche quello di direttore de la Città – che non si è sottratto e anzi ha incoraggiato gli allievi a intervenire per farsi chiarire i dubbi e le perplessità sulla professione di giornalista. Mentre scorrevano slide con le copertine de l'Espresso, Vicinanza si è dapprima soffermato sulla storia della rivista da lui diretta da un anno e mezzo, che ha celebrato i primi sessant’anni nel 2015, poi è entrato nel vivo della discussione. Vicinanza ha definito il settimanale una “icona immaginifica” nell’ambito del giornalismo italiano: ciò è dovuto alla peculiarità grafica delle sue copertine, che – già negli anni Settanta, Ottanta e Novanta – rappresentavano una vera e propria “bandiera di carta”, in cui le persone si riconoscevano.

Dopo aver tracciato i profili dei principali direttori e corrispondenti de l'Espresso, Vicinanza ha evidenziato il punto dolente della mancanza, in Italia, dei cosiddetti editori puri (anche se «La verità non è mai completamente obiettiva», ha ammesso) e l'attualissima questione dell’informazione sui portali web.

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