IL PROGRAMMA

“Il Collegio” torna in tv e risale in cattedra la prof Petolicchio

Ieri la prima puntata su Rai Due: «Uso il bastone e la carota»

SALERNO - «Addio ai Remigini», si udiva gridare con gioia nel 1977. Addio alla campanella che sanciva l’inizio della scuola il 1 ottobre, giorno in cui si festeggia San Remigio. Il 1977 è un anno a colori non solo per la televisione italiana ma anche per gli alunni che entrano in classe a settembre, recuperando un mese estivo di vacanza. Con un balzo indietro di 44 anni, 20 ragazzi degli anni 2000 sono stati catapultati da ieri in una nuova edizione de “Il Collegio”, negli anni analogici della radio, del super 8, nei favolosi anni Settanta dominati dal fermento culturale e dalla febbre del sabato sera.

Tra i volti iconici del programma ritroviamo quello della professoressa Maria Rosa Petolicchio, salernitana doc che ormai da cinque anni affianca l’insegnamento di matematica e scienze della vita reale a quello impartito ai ragazzi che frequentano “Il Collegio”. Anche per lei un tuffo nel passato, in quel 1977 che la vede frequentare la terza media della Scuola Media Picentia di Pontecagnano. «Mi sembra ieri. Inizio la scuola e non ci sono ancora le classi miste ma la compagine è completamente al femminile. La scuola al primo posto era il mio mantra e così, dopo pranzo, prima di tutto si pensa ai compiti. Agli esami mi siedo rigorosamente all’ultimo banco, non per copiare, ma per non rischiare di essere scoperta quando farò partire il foglietto con la risoluzione del problema di geometria solida», afferma la Petolicchio.

Ribattezzata Signorina Rottermeier, Maria Rosa, nell’aula in cui insegna ormai da anni e in quella in cui si accendono le luci del set televisivo, mette in scena sempre se stessa, con quella severità benevola posta al servizio dei ragazzi e dei loro bisogni, senza troppi problemi né a farsi seguire, né a mantenere ordine, pulizia e disciplina. «Verba movent, exempla trahunt», afferma, pretendendo dai suoi ragazzi ciò che lei per prima deve mostrar loro con il suo esempio, severa e tenera allo stesso tempo. «E così sono stata anche con le mie figlie, bastone e carota, marcatura a zona e non a uomo. Massima libertà ma senza mai perdere il controllo delle situazioni», dichiara parlando delle sue figlie che per via del suo modo di fare buffo da un lato e autorevole dall’altro, la definiscono affettuosamente un “soggettone”. Un’edizione da non perdere anche perché la prof svela che «qualcosa di particolare mi è accaduto».

Stefania Capobianco