L'INIZIATIVA

Il cinema made in Italy alla ribalta mondiale

Nel weekend la giornata in nome di Fellini e Sordi voluta dal deputato battipagliese Acunzo: «Sud, un riscatto culturale»

«La cultura è il vero elemento di riscatto dei territori del Sud, che necessitano della possibilità, spesso sommersa, di esprimere e divulgare l’immenso potenziale che le appartiene, insito in luoghi meravigliosi, impregnati di arte, tradizioni e storia». Ad affermarlo è Nicola Acunzo, attore battipagliese di cinema e teatro, da due anni deputato alla Camera, presidente dell’Intergruppo parlamentare Cinema e arti dello spettacolo e ideatore della Giornata mondiale del cinema italiano, che si terrà sabato prossimo, il 20 giugno, sulla piattaforma digitale “Raiplay”. E che avrà come testimonial Vittorio Storaro, direttore della fotografia che ha vinto tre premi oscar per “Apocalypse Now”, “Reds” e “L’Ultimo Imperatore”. L’iniziativa, dedicata a due grandi maestri, Federico Fellini e Alberto Sordi, è alla sua prima edizione, è sostenuta dagli Istituti di Cultura Esteri e Ambasciate italiane, ed è inserita nella rassegna “Fare Cinema”, che, dopo una settimana di lavori, si concluderà domenica 21 giugno. L’evento, fortemente voluto dall’onorevole Acunzo e da chi, come lui, crede nelle risorse del Mezzogiorno, è una risoluzione valida e applicabile, che offre una possibilità in più ai giovani autori, i quali, attraverso l’ utilizzo dell’audiovisivo, potranno vedere distribuiti i propri cortometraggi a livello internazionale.

«Favorire l’esportazione della nostra arte - dichiara infatti Acunzo - è la miglior strada da seguire, affinché i nostri talentuosi registi vedano finalmente riconosciuto il loro valore e venga data loro la giusta visibilità anche all’estero». I cinque cortometraggi, selezionati dall’“Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello” e fruibili in tutto il mondo, senza limiti di geoprotezione, tradotti in inglese, francese e spagnolo, raccontano una storia che parla e descrive uno specifico territorio. Grazie alla giornata mondiale del cinema italiano, i cortometraggi scelti saranno conosciuti ovunque e potranno entrare in contemporanea, in un circuito sia artistico che imprenditoriale, volto a sollecitare l’attenzione di ipotetici finanziatori, disposti ad investire in future coproduzioni internazionali. «Questo evento è a costo zero - specifica orgogliosamente Acunzo - . Si tratta di un’iniziativa coordinata dagli istituti italiani di cultura, che lanciano quei prodotti, contemporaneamente e a livello mondiale, su un unico palcoscenico senza frontiere, sperando che un domani, possa esserci un altro Federico Fellini, a dare lustro al cinema italiano». Il primo passo d’un percorso più ampio. «Credo molto - aggiunge l’onorevole Acunzo - nel concetto di cineturismo, applicabile sui nostri territori, com’è accaduto in passato per le pellicole “Benvenuti al sud”, che ha rilanciato Castellabate, e “La passione di Cristo”, di Mel Gibson, ambientato a Matera».

Degli esempi del lavoro da fare: «Bisogna lavorare in questa direzione anche per dare nuova luce a luoghi dimenticati, e per provvedere al ripopolamento di posti abbandonati che potrebbero essere trasformati in interessanti ed affascinanti ambientazioni cinematografiche, puntando soprattutto, sulla sensibilizzazione della popolazione, chiamata a collaborare nella formazione di nuove figure professionali che garantirebbero occupazione lavorativa laddove manca». La cinquina dei cortometraggi scelti è costituita dalle pellicole “Mia sorella”, di Saverio Cappiello, “Il nostro tempo”, di Veronica Spedicati, “Unfolded”, di Cristina Picchi, “Baradar”, di Beppe Tufaruolo ed “Inverno” di Giulio Mastromauro. Proprio l’ultima delle cinque pellicole s’è aggiudicata l’ambito premio David Di Donatello 2020 per quel che riguarda le sezione dei cortometraggi. Ed ora le pellicole rappresenteranno insieme l’Italia cinematografica nel mondo. E i cultori dei film del bel Paese tengono le dita incrociate, nella speranza che, dietro la cinepresa d’una delle nuove pellicole, possa esserci un nuovo Fellini. E magari, dall’altra parte, un altro Sordi. Perché la grande storia del cinema made in Italy possa contare pure su un grande futuro.

Maria Romana Del Mese