LA STORIA

Il cilentano che istruì il Bronx: Patri maestro a stelle e strisce

Lasciò la sua Piaggine a 5 anni insieme alla famiglia: i genitori erano dei contadini
 

Angelo Petraglia nacque a Piaggine, nel Cilento, il 26 novembre 1876 da Nicola e Carmela Conte, umili contadini. La sua infanzia, nonostante le modeste condizioni della famiglia, fu allegra e spensierata, grazie soprattutto alla figura del padre, sempre pronto a stimolarne curiosità e fantasia con il racconto di fatti e di personaggi della storia che ad Angelo non servivano solo ad ampliare l’ambiente in cui viveva, circoscritto tra casa, campagna e vicoli del paese, ma anche per far nascere e crescere in lui l’amore per il sapere. Il padre era per Angelo un punto di riferimento ineludibile, l’esempio da imitare e seguire per il senso di sicurezza che sapeva infondere e per la calma e il coraggio che dimostrava nei momenti difficili. Nella sua mente rimase per sempre scolpita l’immagine di quel genitore che, in occasione del sequestro del sindaco di Piaggine da parte dei briganti, fu scelto per la consegna del relativo riscatto, compito che seppe assolvere con abilità e coraggio, fra l’ammirazione di tutti. Nel 1880, consapevole di dover dare una svolta alla propria vita per il bene e il futuro della famiglia, Nicola Petraglia lasciò Piaggine e si imbarcò a Napoli per raggiungere gli Stati Uniti d’America.

L’assenza del padre, molto sentita, durò solo un anno. Nel 1881, infatti, Angelo (che aveva 5 anni), la sorella e la mamma raggiunsero Nicola nella Little Italy newyorchese. Intanto si era verificato un fatto curioso. All’atto della registrazione anagrafica Nicola si era visto modificare, per errore di trascrizione, il suo cognome da Petraglia in Patri, per cui anche il piccolo Angelo assunse il nuovo cognome. I primi anni americani non furono facili. Alle difficoltà di ambientamento si unirono anche vicende personali, tristi e liete: la morte della prima figlia, avvenuta il giorno di Natale del 1882, la nascita di tre figlie negli anni successivi, la salute cagionevole di Angelo che non gli permise, per qualche anno, la regolare frequenza della scuola. Quando la sua presenza divenne assidua rivelò subito grandi doti per gli studi, tanto da essere ammesso al City College di New York, dove ottenne il Bachelor of Arts nel 1897 e poi alla Columbia University, dove conseguì il Master of Arts nel 1904. Fu insegnante a New York dal 1898 al 1908, per diventare poi Preside della Public School 4, primo italo-americano a raggiungere la carica di Direttore didattico in una scuola pubblica degli Stati Uniti. Nel 1913, fu promosso Preside della Junior High School 45, nel Bronx a New York. Encomi, riconoscimenti ed onorificenze gli vennero attribuiti nel dopoguerra: dal City College (che gli conferì la Townsend Medal) al Governo italiano, che lo premiò per il suo impegno quale direttore dell’American War Relief in Italy.

Pedagogista di vasta cultura, promosse nuovi sistemi didattici e fu autore di numerosi testi di pedagogia e libri per l'infanzia. Quel “cafoncello”, sbarcato a New York diventò un affermato pedagogista, consulente e supervisore dei programmi educativi della New York City Radio Board. Illuminante, per quanto concerne il pensiero, l’opera e la personalità di Patri, è un pregevole saggio di Ambrogio Ietto, nota figura di pedagogista, di educatore, di “uomo di scuola” e di studioso - di origini cilentane - dal titolo “Angelo Patri, da emigrante a schoolmaster” - pubblicato dalle edizioni Plectica di Salerno nel 2006. Il libro ricorda e tratteggia, con acutezza di analisi ed eleganza di stile, la straordinaria figura del pedagogista piagginese, tra le più importanti del Novecento, caduta - secondo Ietto - forse troppo in fretta nell’oblio della memoria storico-culturale del nostro Paese.

Di Angelo Patri, in realtà, non vi è traccia, se non labilissima, nei manuali classici di storia della pedagogia, da quello di Giorgio Chiosso a quello di Franco Cambi, solo per citare quelli più in uso nelle Accademie. Dopo la partenza, a cinque anni, Angelo Patri non ebbe più modo di tornare al suo paese natale. Venne in Italia nel 1927 per studiare il sistema scolastico italiano e fu accompagnato, nella visita alle scuole modello, da Giuseppe Lombardo Radice, illustre pedagogista italiano, che ricordò questa esperienza nel suo libro “Una visita di Angelo Patri (1928)”. Nel viaggio in Italia, Patri arrivò fino a Paestum: nelle campagne circostanti incontrò anche dei pastori di Piaggine, fermandosi a parlare con loro con profonda e sincera commozione.

Ma non volle tornare a Piaggine, forse temendo una probabile, forte emozione, che sicuramente non avrebbe giovato alla sua salute. «Una figura - conclude Ietto nel saggio sul pedagogista - ancora capace di parlare alla mente ed al cuore di coloro che vogliano autenticamente educare». Patri morì il 13 settembre del 1965 a Danbury, nel Connecticut.