L'INTERVISTA

«I fumetti, il miglior mezzo per imparare»

Il battipagliese Antonio Mondillo da 10 anni è lo sceneggiatore di Tex: il suo personaggio ha guidato intere generazioni

Ha dato i “natali” a Tex e non si è fermato più. Dal 2008 è uno degli sceneggiatori più amati della Bonelli con il personaggio di Tex Willer. Antonio Mondillo, cinquantaduenne battipagliese, ospite al Festival dell'Arte Agosto alla scuola De Amicis, coltiva la propria passione per il fumetto da quando ne aveva sette anni. Era un bambino quando gli capitò tra le mani il primo Tex Willer e da allora non solo ha cominciato a leggere e collezionare tutto ciò che riguardava il personaggio, ma anche a tuffarsi “anima e corpo” nel mondo affascinante di fumetti e fanzine. È stato proprio lui a scrivere, dopo una lunga ed accurata ricerca storica, la “biografia” di uno dei personaggi più famosi dei fumetti, intitolata “Tex tra Mito e Storia”, che colloca la nascita e la vita di Tex in un determinato periodo storico, dando così maggiore credibilità al personaggio creato da Bonelli e Galleppini nel 1948.

Per Mondillo la storia è una vera passione, insieme al fumetto. Ma quali altre passioni coltiva?

I viaggi e la natura. Viaggiare e vedere con i miei occhi i luoghi dei personaggi di cui scrivo le avventure è fondamentale. Ho girato un po’ dappertutto e ancora non mi sono fermato.

Se il fumetto è la sua passione qual è invece la sua professione?

Sono un agronomo, dipendente del Consiglio per le ricerche in Agricoltura. Ma non appena termino le ore di lavoro corro a scrivere.

Non solo sceneggiature di fumetti…

No, infatti, scrivo saggi e testi di storia, oltre alle sceneggiature dei fumetti.

Ad esempio?

Tra i saggi uno è strettamente legato a Tex perché è la “Guida Bonelli Edizioni straniere” che cataloga tutte le edizioni del mondo sia di Tex che degli altri personaggi Bonelli. Poi ho scritto la sceneggiatura per un fumetto ambientato in epoca risorgimentale proprio in provincia di Salerno che è in attesa di pubblicazione ed un altro ambientato nel Rinascimento sempre in Campania. Ma collaboro anche a diverse riviste su argomenti di storia ed ambiente.

Recentemente è stato all’estero come autore di Tex, dove?

In Portogallo a fine aprile, ad Anadia, per la sesta mostra del locale Club Tex. È un personaggio internazionale, tradotto e pubblicato in oltre quaranta nazioni.

Che valore ha per lei il fumetto?

Per me è letteratura disegnata con la stessa dignità ed importanza dei romanzi. In Francia viene denominata la nona arte e credo abbia pure un alto valore culturale. Fino agli anni Ottanta era uno svago fondamentale per i giovani, ma non solo un divertimento. Li faceva viaggiare senza muovere un passo, sognare e scoprire mondi nuovi, imparare valori positivi.

Oggi che valore può avere il fumetto?

Il mio obiettivo è divulgarlo proprio come stimolo alla lettura, per avvicinare i giovani alla storia e alla geografia. Ora si legge poco, distratti dagli altri mezzi di comunicazione. Ma il fumetto è di facile fruizione, un ottimo mezzo per imparare.

Cosa ama del suo Tex?

Il senso di giustizia, la non discriminazione tra i popoli, ed anche il suo “decisionismo”. Tex è uno che non scende a compromessi. E poi ha radicato in sé l’attaccamento alla famiglia. Magari qualche politico italiano si ispirasse a Tex, assumendosi responsabilità e prendendo decisioni solo per il bene collettivo.

A proposito di famiglia che ci dice della sua?

Mia moglie Laudicelia l’ho conosciuta in Brasile durante uno dei miei viaggi. E ho due figli, Maddalena, undici anni che è una disegnatrice in erba e Junior, 19 anni, che invece è un appassionato lettore. Mi sostengono sempre nella mia passione e mi incoraggiano in ogni nuova sfida.

Stefania Battista