L'APPUNTAMENTO

I detenuti raccontano i loro errori al ritmo delle percussioni

lo spettacolo al meeting del mare

di ALESSANDRO MOSCA

Il ritmo tribale e ossessivo delle percussioni per raccontare storie difficili all’interno di un luogo sacro. È uno degli eventi più attesi (e desiderati dagli organizzatori) del “Meeting del Mare”, il festival musicale in programma nel prossimo fine settimana a Marina di Camerota che oltre agli attesissimi concerti di Franco126 (in programma venerdì), Planet Funk (sabato) e Motta (domenica), avrà una serie di esibizioni a corollario che catalizzeranno l’attenzione dei tanti giovani che sono pronti ad “invadere” la perla del Cilento. Fra gli appuntamenti in programma, uno dei più sentiti è “Epochè”: uno spettacolo musicale ideato dal magistrato di sorveglianza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Marco Puglia, che porterà all’interno della chiesa di Sant’Alfonso, nella notte fra sabato e domenica (lo start è previsto all’una), quindici detenuti della casa circondariale del centro in provincia di Caserta che racconteranno in maniera inedita la loro storia.

Un appuntamento fortemente voluto dal “deus ex machina” del Meeting del Mare, don Gianni Citro, che racconta la genesi di questa esibizione. «Lo scorso inverno ho partecipato a un evento in un bene confiscato alla malavita nell’Agro Aversano dove ho incontrato Marco Puglia. In seguito sono stato contattato dal magistrato che mi ha mostrato il suo progetto, proponendomi di inserirlo nel programma del Meeting del Mare», spiega il parroco di Marina di Camerota. «Lo spettacolo prende il nome da una parola greca che significa sospensione. Le storie degli uomini che si esibiranno svelano proprio il senso di incertezza della vita di chi è sospeso in attesa del giudizio di un uomo, rappresentato da un giudice, ma più in generale del mondo intero».

Un’esibizione particolarmente sentita che ha lasciato di stucco don Gianni Citro: «Io e i miei collaboratori siamo davvero rimasti paralizzati dalla forza di quest’esibizione in cui emergono le storie di tanti errori compiuti e, soprattutto, la voglia di libertà di chi in passato ha sbagliato. Anche la conclusione ha un significato particolarmente simbolico: sulla testa dei detenuti, infatti, di dispiega una vela spinta forte dal vento di giustizia», evidenzia don Citro che sottolinea poi come «non è stato semplice mettere a punto questo spettacolo per via delle autorizzazioni necessarie per spostare i detenuti. Ringrazio chi ha lavorato insieme a noi per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie ». L’organizzatore del Meeting del Mare, dunque, ha voluto “Epochè” nel programma della manifestazione arrivata alla ventitreesima edizione per lanciare un messaggio forte.

«Accogliamo con entusiasmo il senso di questo spettacolo. Sono convinto che raccontare ai giovani queste storie possa far passare un’idea molto più penetrante rispetto a tanti altri eventi che vengono organizzati. Le testimonianze dirette di vita vissuta hanno un altro potere educativo e possono rappresentare qualcosa di davvero importante in un contenitore come il nostro aperto sempre a tante idee».