L'INTERVISTA

Gino Rivieccio: «Ho ancora voglia di far divertire»

L’attore napoletano sarà oggi in scena allo “Charlot” di Pellezzano con “Varie ed eventuali”

SALERNO - È stato definito il gentleman della comicità, appellativo che gli calza alla perfezione e che risuona tra i tanti palcoscenici che ha calpestato nei suoi 40 anni di carriera e di spettacoli. Gino Rivieccio, napoletano doc, artista raffinato, elegante e mai scurrile, con una laurea in Giurisprudenza nel cassetto, ritorna a teatro e lo fa con l’entusiasmo e la solarità che lo caratterizza. “Varie ed eventuali”, è il recital che presenterà stasera al Teatro Charlot di Pellezzano. Un monologo esilarante, che come gli altri che lo hanno preceduto, farà sicuramente breccia nel suo pubblico.

Bentornato a teatro, Gino Rivieccio, è pronto a rimettersi in gioco?
Sono sempre pronto quando si tratta di teatro, di recitazione e del contatto diretto con il mio pubblico, per il quale nutro un grande rispetto.

Che aspettative ha riposto nel suo ultimo spettacolo e come pensa sarà percepito?
“Varie ed eventuali” che non è l’epilogo di una riunione di condominio, è un monologo di un’ora - sarò accompagnato dal pianoforte del Maestro Cascone - e parlerò di tutto, toccherò varie tematiche attuali con richiami al mio repertorio e ai miei cavalli di battaglia.

La sua Napoli è sempre in scena, sempre protagonista?
Certo, soprattutto ora che il “Sole 24 Ore”, l’ha posizionata all’ultimo posto per vivibilità.

La fa soffrire questa vicenda?
Napoli è amore, è arte, è luce, è disponibilità ed è bellezza. Napoli lascia un segno, sempre e comunque al di là dell’appartenenza territoriale e non merita giudizi nati da preconcetti, ma noi napoletani abbiamo un grande potenziale e siamo abituati alle critiche.

Ha detto che nutre grande rispetto per il suo pubblico, credo che la cosa sia reciproca, è così?
Il pubblico non va deluso, se da te si aspetta la comicità, il varietà, le commedie scanzonate, devi assolutamente accontentarlo. Il mio pubblico non mi ha mai abbandonato, neanche quando mi hanno ricoverato al “Cotugno” per Covid.

Showman a 360 gradi, ma qual è la sua reale attitudine?
Ho studiato Giurisprudenza ma invece di fare l’avvocato ho assecondato la mia più grande passione: il teatro. Il mio debutto è avvenuto 42 anni fa, al teatro San Nazario di Napoli, ma già al liceo avevo fondato un gruppo di cabaret e mi divertivo a imitare i professori.

E adesso, nel presente e pensando al futuro, cosa vorrebbe fare?
L’aspetto positivo dell’età matura è che ti puoi permettere di scegliere solo ciò che ti piace e ti diverte, si perdono i freni inibitori e ci si sente più liberi. Ho in progetto un film con una produzione napoletana e voglio continuare a fare teatro perché amo il mio lavoro e dopo 42 anni non sono stanco di tornare in scena, e lo faccio ogni volta con lo stesso entusiasmo di quel liceale che si beffava dei suoi professori.

Maria Romana Del Mese