L'INTERVISTA

Gigi Finizio: «Torno dopo due anni e più forte che mai»

Il cantante ha rilasciato la seconda parte del suo album

SALERNO - Se si parla di artisti simbolo della musica napoletana, ambasciatori della stessa in tutta Italia, non si può non citare Gigi Finizio, autore di brani che hanno conquistato numerosi cuori. Ieri ha rilasciato la seconda parte di “Io torno”, il suo nuovo album, e per uno che ama la musica come lui, non poteva essere altrimenti.

Gigi Finizio, in questo disco non mancano le sperimentazioni. Si può parlare di rinascita artistica?
Questo è un album che ha avuto due vite. È un disco da me molto atteso e riflettuto, perché in genere ci metto sempre un po’ di tempo per lavorare a un nuovo progetto tra un disco e l’altro, in alcuni casi possono passare anche quattro anni. Per me la canzone non è mai una meteora, qualcosa di passeggero. La seconda parte doveva uscire a settembre, ma c’è stata una seconda ondata che ci ha fermato di nuovo. All’interno ci sono canzoni che mi contraddistinguono, parlo di amore e altri temi con il mio stile, ma emergono anche le sperimentazioni. Essendo un amante della musica, sono per le innovazioni, sempre conservando però l’emozione.

Sono presenti anche influenze rap…
C’è un brano intitolato “Un altro round”, un pezzo più ritmico che melodico, con influenze rap. Era anche destinato a essere il singolo di presentazione in caso l’uscita del disco fosse fissata per settembre. Ho però avvertito che il mio pubblico voleva un pezzo d’amore, e ho cambiato direzione presentando loro “Averti ancora”, un brano nel pieno stile di Gigi Finizio.

Ha detto inoltre di essere molto legato alla traccia in napoletano “Vieneme a truvà”…
“Vieneme a truvà” è un omaggio che ho pensato di fare alla mia Napoli prima della pandemia, però è successo quello che è successo e ho pensato di pubblicarlo durante il lockdown, quando tutte le persone si sono trovate a cantare sui balconi. Mi è sembrato il messaggio indicato per il momento, e infatti ha avuto un ottimo riscontro.

Il suo è un rapporto molto speciale con i fan. Come è riuscito a tenerlo stretto nonostante l’impossibilità a vedersi dal vivo?
Siamo andati avanti con le dirette social. Ho cercato di dare loro tutta la mia passione e il mio cuore con i mezzi che avevo a disposizione, e ho capito che il rapporto era davvero viscerale. Nonostante la lontananza, si è instaurato un legame ancor più intimo.

Il lockdown in un certo senso ha quindi annullato la distanza. Lavorare a un album durante una pandemia non dev’essere stato semplice…
Entrambe le parti dell’album siamo riusciti fortunatamente a chiuderle prima che scoppiasse la pandemia. Stavamo proprio pianificando l’uscita del progetto. Il periodo che è intercorso tra una parte e l’altra è stato condizionato da tutto ciò che ci accadeva intorno.

Siamo in clima sanremese, e lei al Festival ha partecipato tre volte. Che ricordi ha?
Il ricordo più bello di Sanremo è legato alle partecipazioni con “Lo specchio dei pensieri” e “Solo lei”. Erano i Festival di Pippo Baudo, puri, in cui se presentavi un pezzo poteva andarti bene ed essere preso. Poi c’è stato quello con i ragazzi di Scampia. Sono stato felice di farlo perché in quella circostanza non ero Gigi Finizio, ma il sindaco della mia città che accendeva un faro su un quartiere emarginato come quello di Secondigliano. Spero di tornarci quando tornerà ad essere davvero il Festival di Sanremo.

Sono fissate per giugno tre date all’Arena Flegrea di Napoli, come se lo immagina il ritorno in scena?
Immagino un’arena piena di gente che ha voglia di ascoltare musica, divertirsi e ritrovarsi, nel rispetto delle regole. Il pubblico ha tanto bisogno adesso di ascoltare la musica.

Andrea Picariello