L'INTERVISTA

Franco Nembrini: «Dante parla ai politici di oggi, per questo è sempre attuale»

Il grande divulgatore e studioso ieri sera nel Duomo a Salerno

SALERNO - Professore di liceo, Franco Nembrini da anni tiene lezioni su Dante e la Commedia, riempiendo chiese, scuole, teatri. Ieri, su invito dell’arcivescovo Moretti e del Banco alimentare, ha fatto tappa a Salerno, con un incontro in cattedrale. E’ stato presentato anche il nuovo libro di Nembrini: L’Inferno (Mondadori), con le illustrazioni di Gabriele Dell’Otto.

Nembrini, perché lei definisce Dante poeta del desiderio? Perché è un uomo in continua tensione verso quello che in termini medievali lui chiama il bene sommo, cioè Dio. Noi oggi diremmo verso la felicità. Ma l’uomo è definito da questa tensione verso un compimento, Dante lo dice in tutte le salse, nel Convivio come nella Divina Commedia.

Desiderio anche nel senso etimologico della parola? L’etimologia risponde perfettamente alle sue intenzioni, puntare alle stelle, desiderare, levare lo sguardo in alto, non fermarsi all’immanente. Desiderio come tensione verso l’infinito e le stelle sono da sempre l’emblema di quell’infinito verso cui tutti tendiamo.

In che misura Dante è attuale? Dicendo verità eterne sull’uomo e sul suo destino è di una attualità straordinaria. In fondo ogni vera opera d’arte è attuale, perché va a toccare l’uomo nel profondo. In questo senso l’artista è eterno.

Come riesce a trasmettere questi temi ai giovani? Paradossalmente è più facile leggere ai giovani di oggi Dante che non i romanzi di oggi. I testi contemporanei non sono sentiti così radicali come nel caso del testo dantesco, dove si parla di verità profonde. Dante pone degli aut aut che ti chiamano a decidere.

Cosa bisognerebbe fare secondo lei per evitare che Dante venga odiato nelle scuole a seguito di lezioni noiose? Ho dedicato questo ultimo libro ai pochi italiani che non hanno mai letto la Divina Commedia ed ai molti che avevano giurato di non leggerla mai più. Penso di aver risposto.

Paolo Romano