LA STORIA

Francesco Saverio Fava, il salernitano inflessibile

Fu il primo ambasciatore d’Italia negli Usa e difese i diritti degli immigrati

 

Li chiamavano “dagoes” (dall’inglese dagger, coltello, accoltellatori); o “Birds of passage “ (uccelli di passaggio), per l’abitudine di accumulare ricchezze per poi sparire, tornandosene in patria. Due termini affatto lusinghieri per indicare gli italiani emigrati in America tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del ‘900. Gli anni in cui a capo della neonata ambasciata Italiana degli Stati Uniti d’America c’era il salernitano Francesco Saverio Fava. Sì, perché pochi sanno che fu proprio quel giovane nato nel cuore del Centro storico a rappresentare per primo a Washington il nostro Paese. Una storia avvincente e per certi versi straordinaria raccolta nel libro di un discendente dell’ambasciatore, Alberto Fava, dal titolo “Il barone persistente – Storie di Storia, di Sangue, di Famiglia (Carratelli Editore). Alberto Fava è nato a Salerno e dopo una lunga carriera ai vertici della Fiat, dal 2000 si è dedicato a ricostruire le storie dei suoi antenati; e in particolare quella del primo ambasciatore “salernitano” in America.

Francesco Saverio Fava nacque a Salerno il 3 luglio 1832 da Francesco, nobile patrizio di Amantea, e dalla bresciana Nicoletta Paoletta Profitti. Venne alla luce al numero 18 di Strada del Campo (Largo Campo) e battezzato nella piccola chiesa di Sant’Andrea. Gli studi alla Badia di Cava de’ Tirreni (dove lo zio Anselmo fu nominato priore claustrale nel 1844), mentre il padre veniva mandato a Napoli per ricoprire l’incarico di responsabile delle dogane. Francesco Saverio lo raggiunse nella capitale del Regno per frequentare l’Università Federico II e conseguire il titolo di dottore in Diritto. Il suo primo incarico all’estero fu ad Algeri, dove venne destinato il 23 maggio 1853 in concomitanza con la sua promozione a viceconsole. Durante i sette anni seguenti i trasferimenti si susseguirono a ritmo serrato: Genova (1855), Trieste (1857), Marsiglia (16 marzo 1859), Malta (21 sett. 1859), Smirne, Torino (1860). Nel frattempo veniva promosso console di seconda classe con destinazione Monaco di Baviera. Ma gli avvenimenti precipitarono il 7 settembre, quando i garibaldini presero Napoli.

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