Fiorello, il vero show a spasso tra la gente

Ieri il primo dei due appuntamenti de “L’ora del Rosario” «Smontato mezzo palco, meglio la scenografia dei Templi»

CAPACCIO. «Volevo fare il calciatore ma non passavo mai la palla, a me le cose piace farle da solo, sono egocentrico”: un incontro davvero informale e pieno di inaspettate confessioni, quello di Rosario Fiorello con la stampa, ieri mattina, prima del live show serale, “L’ora del Rosario” che, questa sera (ore 21.15) verrà replicato al Teatro dei Templi di Paestum. Non poche le difficoltà incontrate nell’allestimento dello show di cui la messinscena di ieri e stasera è la prima tappa estiva, in assoluto: «Abbiamo dovuto smontare mezzo palco - dice lo showman italiano per eccellenza - ma non tutti i mali vengono per “cuocere”: la scenografia naturale dei templi è molto meglio».

Entra - abbinamento casual, capelli arruffati e occhiali da sole inseparabili - e tende la mano a tutti; cade (o meglio, finge di inciampare). Poi, inizia la lunga chiacchierata sul ventilato terrazzo dell’hotel Mec che Fiorello aveva scelto «perché mi avevano detto che non c’erano matrimoni in programma, ma qui è inutile, qui da voi ci si sposa tutti i giorni dell’anno». E a Paestum Fiorello è approdato ben tre giorni fa, perché il suo ultimo live è nient’altro che una successione di aneddoti e gag legate al luogo in cui si è scelto di allestirlo. In pratica, per due giorni è sceso in strada, sin dalle prime ore dell'alba, per catturare il racconto da mettere in scena.

«Ho girato e rigirato senza sapere dove andare - dice citando Baglioni - per raccogliere sensazioni e notizie». Ad intervallare il reportage in chiave umoristica c’è la satira sullo showbiz per cui nessuno è lesinato, nemmeno Orietta Berti: “Vi immaginate un concerto di Orietta negli stadi?», scherza, autenticamente. Ma di cosa si nutre il suo show? Di allegria, di vita, e soprattutto di esperienza perché Fiorello ha la capacità di mettere alla berlina tutti, senza che nessuno si arrabbi. Nemmeno Battiato che nel ’92 fu al centro di un riuscitissimo gioco: “Scrivemmo una canzone senza senso, Mare Nostrum - racconta - e la cantai imitando la sua voce, quel genio di Cecchetto la mandò in onda per radio e fu la fine».

Nel suo show c’è spazio per tutti, anche per Tony Renis che, in collegamento dagli States, intona in duetto “Quando quando”: «Voleva darla a Sinatra ma non l'ha voluta», dirà nel suo show. E poi c’è Mina, il coronamento di un sogno. Ma primi attori assoluto sono: pizzaioli, passanti, benzinai e comitive intere di ragazzi incontrati nei bar in cui Fiorello entra, di sera, di soppiatto.

«L’ora del Rosario potrebbe approdare in television anche se lì, ormai, di spazio ce n’è poco, con Carlo Conti che sonduce sei programmi», ammette. Nella sua performance non c'è spazio per temi politici o sociali, «Tranne una battutina - ammette - su Salvini. Perché non possiamo tutti parlare dei problemi, a quello ci pensano le radio e le tv».

Quella di Paestum, insieme a quella di Taormina, è l’unica data estiva prima del tour invernale che, a dicembre, farà tappa a Napoli, sul palco dell’Augusteo. «Non sono pronto a tornare in tv, al massimo faremo delle dirette dai teatri. Per quanto riguarda il varietà, penso che ormai ho detto tutto. Neanche a Sanremo andrei, se non nelle vesti di cantante», conclude la sua chiacchierata.

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