Festival di musica da camera a Sant’Apollonia

SALERNO. Oggi, alle ore 19, terzo appuntamento con il Festival di Musica da camera Sant’Apollonia, giunto alla sua seconda edizione. Un evento, questo, nato dalla sinergia del conservatorio di Musica...

SALERNO. Oggi, alle ore 19, terzo appuntamento con il Festival di Musica da camera Sant’Apollonia, giunto alla sua seconda edizione. Un evento, questo, nato dalla sinergia del conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, con un progetto del Dipartimento di Musica d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, da un’idea di Anna Bellagamba e la Bottega San Lazzaro del professore Giuseppe Natella che ospita la rassegna nella cornice della Chiesa di Santa Apollonia. La serata vedrà il confronto tra due grandi maestri della musica da camera, Johannes Brahms e Dmitri Shostakovich. Del genio amburghese è stata scelta, per l’esigente pubblico di Santa Apollonia, la Sonata op.38 in mi minore che è stata affidata all’esecuzione del violoncellista Giovanni Meriani e del pianista Wouter Deltour. La Sonata fu concepita, stesa e pazientemente rifinita negli anni 1862-65. Ma il 1865 è anche l'anno della morte della madre di Brahms, alla quale egli era legatissimo. La perdita per lui molto dolorosa spiega il carattere in parte austero, riflessivo e perfino eloquentemente arcaizzante del lavoro. Già nell'Allegro non troppo il tema iniziale del violoncello, tema mesto e oscuro, sostenuto dagli accordi in contrattempo del pianoforte, esprime una virile rassegnazione o anche un affaticato respiro in cerca di luce. Ad esso risponde il secondo tema, energico e affermativo, esposto dal pianoforte. Ricco e chiaro lo 'sviluppo' nella dialettica dei due temi, che nel passaggio a mi maggiore sembra condurre a una soluzione positiva della condizione interiore. Invece una triste discesa cromatica del violoncello, riecheggiata dal pianoforte, accompagna la musica verso il buio e il silenzio. Il carattere dell'Allegretto quasi Menuetto sembra chiaro e leggero all'inizio, ma presto nell'asciuttezza dei temi, nella secca contrapposizione ritmica tra pianoforte e violoncello, nella comparsa del disegno cromatico discendente, nelle brusche cadenze avvertiamo l'amarezza; anche il Trio in la maggiore, certamente più luminoso, ha un che di inquieto nell'insistente circolarità delle linee, che suona come un'ebbrezza. La sorpresa sta nell'ultimo tempo, l'Allegro, che nella rigorosa oggettività costruttiva, si presenta come un omaggio a Bach, subito all'inizio, nello slancio del primo tema fugato: ma la forma non è propriamente quella della Fuga, bensì quella classica della forma-sonata. La pianista Laura Cozzolino, la violinista Kaisa Johanna Kaldma e il cellista Thomas Brian Rizzo, eseguiranno invece il trio op.67 in Mi Minore per pianoforte composto da Dmitri Shostakovich nell'agosto del 1944, in occasione della morte prematura di Ivan Sollertinskij, compagno carissimo fin dai tempi del Conservatorio, riprendendo, così, la tradizione iniziata da Ciajkovskij e Rachmaninov.