LA NOMINA

Ermanno Guerra: «Ravello, dimensione internazionale» 

Già a lavoro da nuovo segretario generale della Fondazione

SALERNO. «Una nomina inaspettata, giunta senza alcun preavviso, e di cui sono molto felice». Così commenta a caldo Ermanno Guerra la fresca nomina a segretario generale della Fondazione Ravello (succede a Maurizio Pilone) grazie al voto espresso all’unanimità dal presidente Sebastiano Maffettone e dagli altri esponenti della governance. Ermanno Guerra, che dal giugno 2017 era già tra i collaboratori dell’istituzione ravellese con compiti nell’organizzazione e nel coordinamento con gli enti, ha un’esperienza alle spalle come assessore alla Cultura del Comune di Salerno dal 2011 al 2016 oltre ad aver ricoperto in precedenza la carica di assessore comunale in altri ambiti quali le Politiche sociali e la Formazione. Attualmente ha anche un ruolo all’interno della “Città della Scienza” a Napoli.
Guerra considera questa nuova sfida una prosecuzione del lavoro svolto negli ultimi anni. «Questa nomina – ha dichiarato – mi consente di dare continuità ad un percorso intrapreso a livello istituzionale in ambito culturale. Una nomina legata alla città di Ravello, ad un brand internazionale come quello del Festival di Ravello, lo considero un cimento culturale, anche una responsabilità, ma soprattutto una sfida stimolante per la quale sono pronto dopo la ulteriore prova di professionalità e qualità attestata dalla edizione del Festival appena conclusasi».
Per Guerra prioritario sarà usufruire al meglio dell’esperienza accumulata dall’intera organizzazione che ruota intorno all’evento di punta, il Festival, accrescendo il prestigio internazionale di una programmazione di così ampio respiro.
«Quello che mi preme – ha proseguito – è valorizzare le bellezze e la professionalità, sfruttando al massimo le capacità organizzative, i tesori paesaggistici e architettonici della Campania. Un aspetto che il presidente della Regione De Luca ha sempre sottolineato e che intende rilanciare le potenzialità del territorio. Ravello è già un modello internazionale con una capacità di attrazione mondiale. Penso, tuttavia, che si potrebbero aggiungere per il pubblico luoghi di fruizione come Villa Episcopio o l’Auditorium con un’intesa tra Ministero, Regione e Comune».

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