Echi raffaelleschi nell’opera di Criscuolo

L’influenza è riscontrabile nella “Madonna con Bambino” di Novi Velia

di GERARDO PECCI

Uno degli eredi della lezione artistica rinascimentale di Andrea Sabatini fu il pittore Giovan Filippo Criscuolo, pittore attivo a Napoli nel secondo quarto del XVI secolo, che con Agostino Tesauro e Marco Cardisco aveva, in modi diversi, sviluppato punti di contatto con il Sabatini stesso. La formazione del Criscuolo fu però ben più che un semplice e supposto “alunnato” presso il Sabatini perché, come propose il compianto Giovanni Previtali, nella sua opera pittorica si possono rintracciare chiari echi della lezione stilistica fiorentina sulle orme di artisti come Mariotto Albertinelli, Francesco Granacci e Luca Signorelli. Dello stesso parere è Francesco Abbate che rileva nella pittura del Criscuolo, sulla scorta di quanto già indicato nel 1959 da Ferdinando Bologna, anche l’influsso lombardo, bramantiniano, di Pedro Fernandez e Cesare da Sesto. Come si vede, si tratta di un artista aggiornato sui diversi fatti stilistici, pittorici, del primo Cinquecento italiano, tra Napoli, Firenze e Milano, non senza un evidente momento in cui egli adottò forme più vicine al linguaggio del grande Raffaello Sanzio, una sorta di assorbimento visivo attraverso la lezione della famosa “Madonna del pesce” che l’urbinate aveva dipinto per la Cappella di Giovan Battista del Doce nella chiesa napoletana di S. Domenico Maggiore, oggi conservata al Museo del Prado a Madrid. L’influenza di Raffaello nella pittura di Criscuolo è riscontrabile nella tavola centrale con “Madonna con Bambino” in un polittico del 1540, proveniente dalla chiesa di S. Maria dei Lombardi a Novi Velia, ora nel museo Diocesano di Vallo della Lucania. La Vergine Maria presenta qualche tratto piuttosto semplificato, che rimanda al raffaellismo del pittore spagnolo Pedro Machuca. Il miglior raffaellismo di Criscuolo è però presente nell’espressione dolcissima del viso della Madonna ed evidenzia una padronanza alta della maniera di colorire e un’attenta ricerca fisiognomica dell’espressione, che risulta seria e meditativa. Inoltre, vi è un’aderenza molto stretta a quanto aveva già proposto il Sabatini sul finire del secondo decennio del XVI secolo nel viso della “Madonna di Costantinopoli”, proveniente da Eboli e conservata nel Museo Diocesano “S. Matteo” a Salerno, e all’anonimo artista che ha affrescato una Madonna simile in una cappella a Castiglione del Genovesi. La Madonna del polittico di Criscuolo dimostra come dopo due decenni dalla morte di Raffaello il linguaggio del grande artista di Urbino è ancora ben vivo e proposto da altri pittori, sia pure con altre contaminazioni e influssi stilistici diversi. Il polittico di Giovan Filippo Criscuolo presenta altre scene e figure di santi, oltre che alla centrale e ordinaria Madonna con Bambino in posizione centrale. Nel registro inferiore vi sono una “Adorazione dei Magi”, al centro, e a sinistra vi è S. Giovanni Battista, a destra vi è S. Marco Evangelista. Nel registro superiore, accanto alla figura della Madonna vi sono a destra S. Lucia e a sinistra S. Maria Maddalena. Il “padre Eterno benedicent. e” è nella lunetta superiore. Nella parte inferiore vanno posti i superstiti “Angeli in adorazione” della predella, posta al di sotto della tavola centrale. L’opera è nota. E’ stata molto studiata nel corso degli anni. Diversi sono stati gli studiosi che ne hanno scritto: da Luigi G. Kalby a Giovanni Previtali, da Mario Rotili a Francesco Abbate, da Pierluigi Leone de Castris a Antonia d’Aniello. C’è molto altro da scrivere su questo capolavoro di arte rinascimentale del meridione d’Italia. Pure tanto. Ma questa è altra storia, riguarda il futuro.

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