PASSEGGIATE NELLA STORIA

Ebner, fu il custode della memoria cilentana

Il medico umanista ha lasciato in eredità una biblioteca frutto di una ricerca lunga quarant’anni dall’antichità al Novecento

«Ogni medico ha bisogno di evadere dalla malattia, da quel senso della morte e dell’ angoscia che comporta questa professione. Perciò mi imposi, tanti anni fa, di costruirmi un hobby che mi aiutasse a sentirmi meno infelice nella mia solitudine di uomo al capezzale dell’umana sofferenza. E decisi allora di dedicarmi allo studio della storia, partendo dalle radici, per conoscere meglio la mia gente e quella che mi stava intorno». Pietro Ebner, medico umanista, il più grande storico del Cilento, mi spiegava così, nel 1983, nel corso di un’intervista concessami per il quotidiano “Il Mattino”, la sua passione per la ricerca storica e lo studio del passato, cui cominciò a dedicarsi, con intelligenza ed amore, sin dagli anni della giovinezza. E alle vicende della terra cilentana egli dedicò gran parte della sua esistenza, dando alle stampe volumi ponderosi e di eccezionale importanza, come “Storia di un Feudo del Mezzogiorno”, di oltre settecento pagine, “Economia e Società nel Cilento Medievale”, in due volumi che superano le mille pagine, “Chiesa, Baroni e Popolo nel Cilento”, altri due volumi di oltre millecinquecento pagine, e tanti altri saggi, meno voluminosi ma altrettanto interessanti e preziosi per la conoscenza della storia e della civiltà di questa nobile terra.

Notevoli e di grandissimo interesse i suoi studi e i suoi lavori su Velia e la sua scuola medica e sulla storia, l’economia e la società del Cilento e dei suoi paesi in epoca medievale. Per più di quarant’anni, nella sua ricca e fornitissima biblioteca, dotata anche di una preziosa raccolta di monete, di pergamene e di documenti reperiti, con pazienza certosina, in tutto il territorio del Cilento, Pietro Ebner custodì in silenzio, con gelosa riservatezza, questa sua segreta passione per gli studi storici. La scientificità e la rilevanza del suo lavoro di ricerca gli aprirono le porte alla collaborazione a riviste numismatiche, storiche e archeologiche di primaria importanza, anche straniere. Gli guadagnarono inoltre la stima, la frequentazione e l'amicizia di valenti studiosi del calibro di Giovanni Pugliese Carratelli, Mario Napoli, Marcello Gigante, Leopoldo Cassese, Pietro Laveglia, Venturino Panebianco, Nicola Acocella, Gabriele De Rosa, Antonio Cestaro, Giuseppe Volpe e molti altri. Ricercatore ed esperto di paleogeografia, di archeologia, di glottologia e di epigrafia, conosceva il greco e il latino, la filosofia e, ovviamente, la medicina. Archivi e biblioteche per lui non avevano segreti: dall’Abbazia di Cava dei Tirreni all’Archivio di Stato di Salerno, dagli Archivi Segreti del Vaticano a quelli Diocesani di Vallo della Lucania, di Teggiano e di Policastro Bussentino, dove riusciva sempre a scavare notizie che forse sarebbero rimaste sepolte per sempre nella polvere.

Riuscì a conciliare in modo straordinario questa attività di studio con l’esercizio della professione medica che, per sua stessa natura, lo metteva in contatto con persone, abitazioni, luoghi e contrade, consentendogli un conoscenza capillare e approfondita del territorio, della sua geografia, della toponomastica, degli usi, delle tradizioni e della cultura materiale ed immateriale. Nato a Ceraso nel 1904, da Francesco, notaio e avvocato, e da Teresa Giordano, Pietro Ebner compì gli studi al Liceo Classico “Giambattista Vico” di Nocera Inferiore, iscrivendosi poi all'Università di Napoli dove, il 6 luglio 1928, conseguì la Laurea in Medicina. Iniziò la professione di medico in Lombardia, in provincia di Sondrio, frequentando al contempo l'Università di Milano dove, il 10 gennaio 1933, conseguì la specializzazione in Pediatria. Ritornato nel Cilento nel 1936, fu medico condotto, prima a Casalvelino per due anni, e poi, dal 1938 fino al collocamento a riposo, per circa quarant’anni, a Ceraso, dove nel 1939 sposò Ada Iannicelli. Si spense a Ceraso l’11 giugno del 1988.

Grazie alle sue ricerche, ai suoi studi e alle sue opere, il Cilento, presa maggiore consapevolezza delle proprie origini, del proprio passato e delle proprie vicende, è oggi più ricco, più fiero, più nobile ed ha trovato una nuova e più giusta collocazione nella storici del Meridione. Tra gli studiosi di tutti i tempi che si sono occupati del Cilento, Ebner è quello che ha la produzione più ampia e più ricca, abbracciandone la storia dall’antichità alla seconda metà del Novecento. Per chiunque voglia studiare la storia del Cilento, infatti, la storiografia del medico umanista è una pietra miliare, un passaggio obbligato. Deve inevitabilmente partire dalle opere del grande “maestro”. Nel 2018, a trent’anni dalla scomparsa, il suo paese natio e l’intero Cilento vollero rendergli il doveroso omaggio con la realizzazione di un busto in bronzo, opera dello scultore Rocco Cardinali, posto in Piazza San Silvestro, nel centro antico di Ceraso. L’opera fu voluta dal Comune di Ceraso, dalla Pro-loco, dalla Fondazione “Grande Lucania” e dal “Centro Studi Pietro Ebner”.