Un momento dell'incontro con don Merola a Battipaglia

L'INCONTRO

Don Merola: «Mare Fuori? Io sono contrario»

Il prete ospite al Medi di Battipaglia: «La serie non rispecchia la realtà, dal carcere si esce più delinquenti»

BATTIPAGLIA - Don Luigi Merola, presbitero e scrittore originario di Villaricca, icona della lotta alla criminalità organizzata nel napoletano, e non solo, che è stato parroco a Forcella al tempo dell’omicidio della 14enne Annalisa Durante, vittima innocente della camorra (27 marzo 2004), è stato ospite del liceo “Enrico Medi” di Battipaglia, in un appuntamento organizzato dalla scuola in collaborazione con il movimento politico e culturale “Radici e Valori”. «La legalità è un abito cucito addosso, è uno stile di vita, un esempio. Nessuno nasce delinquente». Le parole di Don Merola riecheggiano in modo forte e chiaro in un’aula magna, quella del liceo, gremita di giovanissimi alunni, tutti attenti ad ascoltare ciò che questa figura, da sempre in prima linea nella lotta alla camorra, ha avuto loro da dire. Un legame ragazzi-scuola al quale, per il “papà” della Fondazione A voce d’ ’e creature , bisognerebbe lavorare così da renderlo indissolubile: ne è convinto don Merola, che alla giovane platea ha detto: «Voi non sentite la scuola per colpa di noi educatori, vivete la scuola come qualcosa che subite, ma siete voi oggi che dovete essere protagonisti». Un sistema, quello scolastico, da rifondare per don Merola: «Non è possibile che i ragazzi stiano chiusi nelle aule per cinque ore come fosse un carcere. La scuola deve cambiare. Lo Stato deve investire negli insegnanti, perché la scuola che chiude alle 14 è una sconfitta. Deve stare aperta fino a mezzanotte per fare teatro, corsi di musica e ballo, questa è la casa di tutti».

Nell'intervento del dirigente scolastico, la professoressa Roberta Talamo , s’è parlato anche di attualità e modelli per i più giovani, come possono essere le serie tv. «La serie Mare Fuori? Sono contro, la realtà è tutta un’altra cosa – ha sottolineato Don Merola –. Chi entra in carcere esce più delinquente di come è entrato, la libertà è un dono di Dio e non va barattato». La lotta alla criminalità la si vive soltanto scendendo in campo da protagonisti, da reali giocatori e padroni della propria esistenza, e non da meri tifosi, che rimangono a guardare o a tifare per chi sta dalla parte sbagliata della storia: «La mia Fondazione nasce per tenere i ragazzi impegnati e per far capire loro che la camorra non è una madre. Li crea e li abbandona e alla fine o si va in carcere o si viene ammazzati. Sono tante le attività che realizziamo nella Fondazione, messa in piedi in uno spazio confiscato. Vi aspetto per un viaggio studi», ha concluso tra gli applausi don Merola.

Andrea Picariello

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