L'INTERVISTA

Domenico Scafoglio: «Pulcinella diventerà patrimonio Unesco»

L’ordinario di Antropologia dell’ateneo salernitano: dal 2016 lavoro per portare la maschera nella lista dei beni immateriali

Pulcinella è pronta a diventare bene immateriale dell'umanità. L’annuncio è stato dato da Domenico Scafoglio, già professore ordinario di Antropologia culturale all’Università di Salerno e presidente del Comitato Pro Pulcinella, che ha curato tutto l’iter per candidare la celebre maschera che rappresenta la napoletanità all’interno della lista che ricomprende l’insieme delle tradizioni, espressioni orali, arti dello spettacolo, rituali, eventi festivi, artigianato, pratiche agricole tradizionali che sono espressione “vivente” dell’identità delle comunità e delle popolazioni che in esse si riconoscono.

Professore Scafoglio, come nasce la candidatura di Pulcinella a patrimonio immateriale dell’umanità?
Il lavoro è iniziato nel marzo 2016 con la costituzione di un Comitato Pro Pulcinella che è formato dalla cosiddetta società civile. Sono stati necessari due anni di ricerche per raccogliere i materiali, in gran parte inediti, da destinare al sito web: circa duecento pagine di testi corredati da un commento visivo e sonoro di trecento immagini, foto, video e musiche. Non meno impegnativa la costituzione del catalogo realizzato in collaborazione con la Simbdea (Società Italiana per la Museografia e i beni Demoetnoantropologici). Una vera e propria mappatura, fino a oggi inesistente in Campania, ma necessaria all’iter della candidatura: trentacinque schede, resoconti etnografici, costruiti mediante la ricerca sul terreno delle aree in cui è presente e viva la maschera di Pulcinella.

Un Pulcinella che appare anche in una veste innovativa...
Pulcinella secondo le nostre ricerche è un portatore di saperi e conoscenze incorporate: tecniche del corpo, arte del travestimento, arte di recitare con la maschera, controllo del movimento, codici cinetici, linguaggio gestuale, danza, canto, musica ed equilibrismo.

Il corpo ma anche la parola...
Sul fondamento dell’improvvisazione, tipico del teatro della Maschera, Pulcinella manipola liberamente il linguaggio nella forma del pasticcio linguistico, del garbuglio, del linguaggio alla rovescia, del gioco verbale divertente e insidioso, costantemente articolato in diversi registri.

Ancora però non è chiaro dove Pulcinella è nato e vissuto...
Bisogna partire dall’idea dei confini perché è bene sempre ricordare che gli attori dell’epoca vivevano una sorta di nomadismo e quindi puntavano sui grandi centri come Roma e Parigi anche se tenevano salde le loro radici. Per questo motivo si è dato adito a numerose figure imitative del nostro Pulcinella e quindi chi sostiene che Pulcinella sia nato ad Acerra incorre in errore.

Perché?
Acerra ha solo il merito di aver costruito un museo dedicato a Pulcinella ma lo ha fatto sulla base di un mito. Prima di me lo ha dimostrato un intellettuale acerrano dell’Ottocento, Gaetano Caporale, quando scrive che Acerra viene vista come il paese natale della maschera solo perché i napoletani nella figura di Pulcinella vedevano un lato luminoso e uno oscuro. Quindi quando non era ligio al proprio dovere dicevano che non era napoletano ma acerrano.

Quale è il carattere di Pulcinella?
È uno screanzato, ma anche una figura paterna. Soprattutto verso la fine dell’Ottocento gli viene conferito il potere, attraverso la parola, di essere da mediatore tra classi sociali senza alimentare l’aggressività e l’odio tra le stesse. L’aggressività è riposta solo contro gli aspetti aberranti delle classi sociali: violenza, arroganza e mancanza di giustizia.

Come è stata vista nel corso del tempo la figura Pulcinella?
È una maschera che non ha fatto discutere solo la gente comune ma anche i maggiori studiosi napoletani. Per esempio nel 1970 il professore De Santis che insegnava a Salerno la poneva spesso nelle lezioni ai propri studenti, ma prima Benedetto Croce diede ai suoi allievi di sviluppare un tema che aveva per titolo “Chi era Pulcinella”. Per non dire di Arcoleo che dipinse un Pulcinella che manifestava solo una parte del suo carattere che era quella negativa della plebe e quindi quasi da considerare come una battuta d’arresto nel divenire storico di quei tempi.

Quale tra gli attori contemporanei è quello che più si avvicina a Pulcinella?
Non c’è un attore che rappresenti in pieno la figura di Pulcinella. Però ci sono coloro che incarnano i vari aspetti della maschera come Paolo Villaggio che in Fantozzi è vittima così come lo era Pulcinella. Altri invece incarnano la critica sociale e la provocazione come Beppe Grillo.

Per quale motivo ha deciso di mettersi a capo di un comitato che ha come obiettivo di far diventare Pulcinella un’icona dell’Unesco?
Perché fuori da Napoli è la maschera più interpretata, prestata a letture diverse in un viaggio diacronico dall’Atellana alla Commedia dell’Arte, più riscritta in Italia e in Europa all’interno del teatro e dell’arte figurativa.