L'INTERVISTA

Dodi Battaglia: «Salerno è il luogo ideale per fare musica»

Il chitarrista dei Pooh si racconta in un audiolibro biografico: la gente del Sud ti apre il cuore e fa vivere emozioni intense

“Lo sai che dal vivo sei meglio che in tv?”, è il titolo dell’audiolibro, autobiografico, scritto da Dodi Battaglia - chitarrista, cantautore e compositore - che lega il suo nome e gran parte della sua carriera ai Pooh. Curato da David De Filippi, prodotto e pubblicato da Volume Audiobooks e in particolare da Massimo Mescia e Daniele Liburdi, l’audiolibro si è avvalso della collaborazione dei doppiatori Chiristian Iansante, Chiara Colizzi e Mattea Serpelloni.

Dodi Battaglia, la sua biografia si apre con numerosi ricordi di infanzia...
Dopo cinquant’anni di attività, sentivo l’esigenza di raccontare le mie origini e i fatti più rappresentativi della mia vita ma non in una biografia tradizionale, che forse lascia un po’ il tempo che trova. Ho provato a raccontare la mia carriera, quella dei Pooh, non in modo trionfalistico e retorico, ma affacciandomi sui dettagli e su un’interessante aneddotica. Questo libro nasce durante un Festival di Sanremo, quando Massimo Mescia mi chiese di realizzarlo, sulla scia del suo successo de “la Voce di Fantozzi”. Avevo ascoltato quell’audiolibro; l’idea di un testo di Villaggio letto da Villaggio subito mi affascinò e ci ho provato anche io mettendo in riga tutti i miei pensieri, dai ricordi di infanzia all’età adulto.

È stato difficile?
Avendo uno studio di registrazione in casa, pensavo fosse abbastanza semplice leggere testi di cui tu sei autore. Non è così. Ho dovuto trovare un giusto compromesso dalla cruda narrazione di quello che avevo scritto. Naturalmente le parti che contenevano un parere o un giudizio su ciò che ho realizzato non potevo leggerle io. Ecco l’idea, dunque, di affidare quelle parti a doppiatori esperti e professionali. Devo dire che i risultati sono stati ottimi. Non vedo l’ora, magari in un prossimo viaggio in macchina, di mettermi a fare la parte dell’ascoltatore.

Qual è il segreto di un audiolibro scritto da un cantante?
Un cantante che si racconta deve raccontare la sua storia dalla sua voce stessa. Ciò è coinvolgente poiché la mia voce fa parte di un immaginario collettivo per cui automaticamente credo che arrivi al lettore una serie di suggestioni e di frequenze che coinvolgono di più lo spettatore rispetto alla recitazione di un fine dicitore.

Ascoltare un audiolibro è anche un’occasione per le giovani generazioni per approfondire?
Assolutamente. Con Massimo Mescia e Daniele Liburdi, con l’audiolibro, abbiamo pensato proprio a questo. Vi è una generazione certo, che apprezza la storia di un’artista, abituata allo studio, ma oggi purtroppo, vi è la tendenza di una musica “mordi e fuggi”. L’aspirazione consiste, appunto, nel provare a dare uno sprono a tutti gli appassionati e agli amanti della grande musica, non solo quella dei Pooh, di ricercare, nei meandri del testo di un brano, il significato profondo di quel determinato testo che è legato, nella maggior parte dei casi, ad un evento o a un determinato periodo di vita o storico. La musica italiana è molto profonda e il testo è fondamentale. Questa pandemia, nella sua orrenda tragedia, ci ha dato l’opportunità di riflettere, causa il lockdown, sul nostro tempo e sull’importanza di fermarsi a pensare. Una frase di Conrad, in “Cuore di tenebra”, recitava: «Diventa sempre più difficile convincere mia moglie che, quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando».

Cinquant’anni di carriera e innumerevoli tour, ma che ricordo ha di Salerno e la sua provincia?
Un ricordo bellissimo. Io dico sempre che Salerno, insieme a Bari e Catania, è una città in cui vi è sempre stata la gioventù più bella, in cui sprizzava energia e positività. Salerno aveva e ha una gioventù fantastica e è una città molto legata alla vita musicale in cui la gente ai concerti, partecipa con un calore diverso, con un sorriso autentico, persone che non conoscono freddezza. Tutto ciò è appagante. Ricordo giorni bellissimi a Vietri, in un hotel bellissimo dove facevamo “base” per dei concerti. Bella gente, amicizie vere. Il mio migliore amico è di Taranto, un mio fraterno amico è di Eboli. La gente del Sud ti apre il cuore. Naturalmente non dimentichiamo il buon cibo e lo dice un bolognese.

Stefano Pignataro