Di Battista cambia verso «Mi piace sperimentare tante strade nuove»

Il sassofonista stasera al Moro con il suo progetto innovativo In duo per la prima volta con la cantante Krystle Warren

CAVA DE’ TIRRENI. Stefano Di Battista, questa sera (ore 22) suonerà sul palco del Moro di Cava de’ Tirreni dove il sassofonista presenterà in esclusiva assoluta il suo nuovo progetto con la cantante statunitense Krystle Warren.

Com’è nata la collaborazione con la Warren?

Ci siamo incontrati a Nizza, mi ha colpito subito il suo modo di cantare. Ha una voce straordinaria, speciale, spirituale. Tocca le mie corde. A Cava suoneremo per la prima volta insieme sul palco. Suoneremo brani miei, suoi e vecchi standard. Non voglio chiamarla jam session perché sarebbe riduttivo, ma sarà un concerto estemporaneo. Abbiamo solo un pomeriggio per provare ma ce la metteremo tutta: suoneremo nel più importante jazz club del sud Italia. Mi piace la vocalità, e sperimentarne di nuove. Spero avremo modo, con Krystle, di cercare nuove strade. Mi diverte l’idea di fare cose diverse e lei ha timbriche basse che non avevo ancora esplorato.

Con la cantante Niki Nicolai, sua moglie, ha partecipato due volte a Sanremo. Le manca quella fase, più mainstream?

No, perché la riprendo quando voglio. Suonare nei club è più divertente, entri in contatto con le vibrazioni delle persone. É complesso e faticoso ma ti ripaga il calore del pubblico. Lo trovo più interessante, mi permette il confronto con musiche diverse.

Di cosa si nutre la sua musica?

Di sincerità, di Charlie Parker e Micheal Brecker, di tutto ciò che ho dentro, la mia passione è tutta in quel sax. Amo la musica fatta col cuore e chi l’ha fatta diventare grande. Ma anche in Italia, e soprattutto al Sud, ci sono grandi musicisti come Daniele Scannapieco e Dario Deidda: hanno qualità enormi non accompagnate dal sistema che approccia superficialmente la musica.

Lei ha vissuto per anni in Francia, lì il jazz gode di benefici maggiori?

In Francia ci sono maggiori investimenti, i musicisti qui soffrono molto. E anche se hanno studiato molto, vanno avanti a fatica. Anche il consumo di musica è diverso: in nord Europa c’è più attenzione, più ordine, a partire dai conservatori. Chi si occupa di musica fa funzionare tutto meglio, sono organizzati. Abbiamo molto da imparare. Qui è più complesso per tutti fare ciò che si ama, c'è disorganizzazione e non si mette energia a sufficienza nella musica.

Progetti futuri?

Con il mio jazz quartet sto lavorando a un nuovo disco con lo scrittore Erri De Luca: la mia musica insieme alle sue parole musicate. Saremo in giro a breve con canzoni che ricordano il mondo di De Gregori anche se il suo livello è inavvicinabile.

Alessandra De Vita

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