Delusioni e speranze in fondo al pub

Prima nazionale alla Sala Pasolini per il lavoro “Two” della salernitana Ciaburri

SALERNO. Il retro del bancone di un pub di provincia è lo scenario di “Two”, lo spettacolo che sabato (ore 19) e domenica (ore 18) verrà rappresentato sul palco della Sala Pier Paolo Pasolini in via Lungomare Trieste. Aspirazioni andate e male e speranze rimaste tali sono il corpo del lavoro interpretato da chi invece ha realizzato il proprio sogno: l’attrice salernitana Angela Ciaburri che, dopo essersi formata presso la prestigiosa Accademia del Teatro Stabile di Genova, è in scena per la prima volta nella città d’origine con la sua compagnia Randevù, per la regia di Massimo Mesciulam.

«Ho lasciato Salerno a 18 anni – spiega – e ora vivo a Roma, per motivi di lavoro. Ho sempre avuto difficoltà a portare gli spettacoli nella mia terra in contesti importanti». Sul palco, salirà insieme a Davide Mancini con cui porta avanti, da tempo, un lavoro di ricerca sulla drammaturgia contemporanea che contraddistingue la poetica della giovane compagnia teatrale che i due insieme hanno fondato.

Il testo è del 1989, porta la firma del drammaturgo inglese Jim Cartwright, e verrà rappresentato per la prima volta in Italia, a Salerno. Tradotto nella versione italiana della giovane Serena Zampolli, “Due” racchiude storie dal sapore amaro racchiuse in un luogo simbolico e non solo, punto di vista privilegiato dell’esistenza umana. L’azione si svolge in una sola serata in questo crocevia di vite irrealizzate. Mentre si definiscono i rapporti tra lui e lei, proprietari del pub, una coppia affiatata ma paralizzata da antichi rancori, gli avventori entrano ed escono, si afferrano e si amano togliendo il velo dalla propria solitudine e cercando conforto nell'alcool. A sostenere tutti i ruoli, 14 in tutto, sono sempre loro due che cambiano nel corso dell'azione scenica: abiti, gestualità, voce. Più che un testo, il copione sembra una sfida lanciata da Cartwright ad attori e regista. A contrastare la complessità drammaturgica è il minimalismo della scena che si sviluppa in un’atmosfera inclusiva ma scarna, con i cambi d’abiti “a vista” e senza soluzione di continuità. Il linguaggio è "da pub" con frequenti interazioni tra attore e pubblico, tipico di un’impostazione brechtiana in cui il pubblico è sempre partecipe e vigile. Costo del biglietto: 15 euro.

Alessandra De Vita

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