L’intervista

De Santis «Dopo il carcere ho ricominciato con la scrittura»

Ugo De Santis, 53 anni, di San Severino, è passato dall’esperienza del carcere alla libertà, al volontariato. E’ la testimonianza autentica che si può cambiare grazie alla forza di volontà e all’aiut...

Ugo De Santis, 53 anni, di San Severino, è passato dall’esperienza del carcere alla libertà, al volontariato. E’ la testimonianza autentica che si può cambiare grazie alla forza di volontà e all’aiuto delle istituzioni. In cella dal 1993 al 2008 per aver sparato ad una persona, poi il riscatto, la rinascita, la redenzione. Ha vissuto poi la tragica esperienza dell’uccisione da parte del nipote Gianni De Vivo della sorella Clara e di sua figlia Deborah, avvenuti ad agosto 2015. Si potrebbe dire che la scrittura per lui è stata un momento di catarsi. In realtà, è stata una ragione, fondamentale, per la ricostruzione della sua personalità. Con “Stagioni di passioni due. Rapporti con le istituzioni e il volontariato” scritto con Emilio Esposito (il libro viene presentato oggi alle 10,30 al Comune di San Severino), ha ripreso in mano il fil rouge del suo vissuto burrascoso, fino all'happy end. Oltre alla passione per la scrittura, emersa durante la detenzione, De Santis ha coltivato quella parallela per lo studio: si è diplomato col massimo dei voti in Tecnologie delle industrie elettriche e sta per conseguire la laurea triennale in Scienze dell'Amministrazione presso “Unitelma Sapienza” di Napoli.

Ugo, come si racconta?

Dal passato ho tratto una lezione di vita che non dimenticherò. Ho tratto operatività nel sociale, aiutando chi ha bisogno e le persone disagiate. Mi occupo di prevenzione verso i giovani, li spingo verso l'integrazione.

Perché questo secondo libro?

È un vero e proprio documento, consistente in una raccolta di esperienze da me fatte e comprendente certificazioni, onorificenze e articoli su quanto attuato assieme al coautore Emilio Esposito in campo sociale, in particolare con la Croce rossa.

Cosa consiglia ai ragazzi?

I giovani devono proseguire il percorso scolastico, formarsi, rifuggire dalla delinquenza tramite lo studio di argomenti attuali, quelli delle nuove professioni: in campo informatico e tecnologico, ma anche nel settore agricolo e in quello artigianale. La politica ha oggi gravi responsabilità verso le nuove generazioni, occorre il coraggio, da parte delle istituzioni, di intraprendere strade impopolari ma concrete per i giovani.

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