CARTA GIALLA

De’ Santi, memorie di Nocera

Il magistrato raccontò la nascita della città anche grazie ai racconti delle famiglie

Michele De’ Santi, magistrato, già Consigliere della Corte di Cassazione di Roma e poi Procuratore Generale della Corte di Appello di Lucca fu, sul finire dell’800, come il suo contemporaneo Gennaro Orlando, uno storico della città di Nocera. Corrispondente della Consulta Araldica del Regno e della Commissione Araldica Napoletana, tra i molti suoi contributi alle patrie memorie, fu l’autore di un importante e ancora utile studio storico - araldico su Nocera - allora Nocera dei Pagani - e sul suo patriziato. Il titolo del volume, mutuato su quelli della letteratura storiografica settecentesca, è “Memorie delle famiglie nocerine” (Voll. I° e II°, Napoli, Tipografia Lanciano e D'Ordia, 1887-1893), e nella frase di avvio dell’ampia Premessa di oltre 70 pagine al I° volume, l’autore così scrive: «Più che sollecitare l’ambizione di pochi nel raccogliere queste Memorie delle Famiglie nocerine, mi son proposto lo scopo di concorrere con esse a render completa la storia dell’antica ed illustre città di Nocera...» (pag. 3 ).

La frase è pregnante del senso e degli scopi che De Santi intendeva conferire al suo studio, allontanandosi esso alquanto dalle finalità consuete di consimili studi araldici e memorie genealogiche, che in passato erano commissionati, a qualche erudito locale, dalle stesse poche famiglie oggetto di studio, a suffragio del proprio prestigio ovvero per soddisfare la vanità di qualche discendente per “li rami”. Il risultato sul piano storico- documentario di tali siffatti lavori, manoscritti o pubblicati che fossero, era spesso quello di romanzate fantasie e manipolate accozzaglie di fatti, utili solo alle celebrazioni ma non alla narrazione delle storie, nel loro svolgersi effettivo. Nel caso dei due volumi di De’ Santi viene battuta altra strada dall’autore, che in molti passaggi delle singole e dotte monografie sulle famiglie nocerine - 11 nel primo volume e 24 nel secondo - scrive di fatto anche la storia di uomini, ambienti, località e monumenti della città di Nocera. Da assiduo frequentatore del Grande Archivio di Napoli, di quello altrettanto prezioso per il territorio meridionale - della Badia benedettina di Cava dei Tirreni, ma anche conoscitore di molti archivi privati, fu in grado De’Santi di dispiegare tutte le fonti utilizzate, anche per la ricerca etimologica sull’origine dell’attributo unito al nome cittadino dal XIV secolo e oltre, quel Nocera de’ Pagani, legato non al ricetto offerto a genti di fede mussulmana o simili baggianate, bensì al nome della potente famiglia feudataria dei Pagano, parere del resto conforme a quello di Gennaro Orlando, l’altro benemerito storiografo nocerino, contemporaneo di De’ Santi e di cui ci proponiamo - in altra occasione - di illustrare i meriti; il quale Orlando pubblicava, circa negli stessi anni delle “Memorie”, i tre volumi della sua “Storia di Nocera de' Pagani”.

Pertanto quell’ultimo scorcio del secolo XIX costituì per la città ed i centri minori dell’Agro nocerino un’epoca straordinariamente feconda di pubblicazioni e ricerche di storia patria, eguagliata solo in parte con gli studi di Matteo e Alfonso Fresa, tra gli anni sessanta-settanta del secolo scorso. Dopo la pubblicazione del secondo volume delle “Memorie delle famiglie nocerine”, Michele De’ Santi pubblica a Napoli lo “Studio Storico sul Santuario di S. Maria Materdomini in Nocera dei Pagani”, il primo volume nel 1905, il secondo nel 1909.

Tra l’uscita dei due volumi di quest’opera De’ Santi pubblicò nel 1907 il volumetto “Cenni Storici sul Santuario di Maria SS. dei Miracoli sul Monte Albino di Nocera Inferiore”, ma senza apporvi il proprio nome al frontespizio. Per i non nocerini segnaliamo che oggetto di quella trattazione è il convento ubicato tra i boschi, sulle pendici del monte, ma ben visibile da chi oggi si trovi all’altezza del casello autostradale di Nocera. La prima fondazione del convento olivetano risale al 1530, ad opera del nocerino Giambattista Castaldo, il famoso gran capitano delle milizie di Carlo V, effigiato nella sua sfavillante armatura in un famoso dipinto di Tiziano (oggi in collezione privata americana), le cui imprese militari e civili sono ampiamente dettagliate dal De’ Santi, sia nel primo volume delle “Memorie delle famiglie nocerine”, trattando della famiglia Castaldo, come pure nel volumetto anonimo che abbiamo citato. Personaggio di gran rilievo, caricato dall’imperatore di feudi, onori e ricchezze, Giambattista Castaldo, i cui natali sono stati a lungo contesi dagli storici tra le città di Cava e Nocera, legò al convento da lui fondato una serie di importanti opere d’arte del suo tempo, tra cui uno dei rari dipinti di Raffaello in ambito meridionale, “La Madonna del Duca d’Alba”, che ancora nel Seicento si trovava a Nocera ed è ora nelle raccolte della Galleria Nazionale di Washington. Non soltanto di monumenti e personaggi cospicui della storia nocerina volle occuparsi il giudice De’ Santi, durante la sua carriera parallela di storico e genealogista, bensì anche di documentare la micro- storia territoriale delle numerose frazioni di quella vasta area, oggi suddivisa tra i due comuni di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Dopo la morte del De’ Santi la Società di Storia Patria, nel 1924, pubblicò un suo lavoro inedito sulle pagine dell’Archivio Storico della Provincia di Salerno (A. 4, n.1-4, pag. 136-143).

Il saggio, composto dall’autore nel 1910, riporta vicende documentate relative a due chiese del casale di Fioccano, in agro nocerino, contribuendo, come dice il curatore Gennaro D’Alessio, con «...molte utili notizie, risalenti sino all’anno 994. Si ha, così, anche idea chiara della topografia dell’antica città e dei luoghi circonvicini...» (pag.137). Il titolo apposto sul manoscritto del saggio è riportato in epigrafe sulla rivista salernitana: “S. Pietro ad Floccanum e S. Maria del Presepe in Nocera Inferiore raccolte da Michele De’ Santi Roma, agosto 1910”. Il maggior lavoro del magistrato-storico, le “Memorie delle famiglie nocerine”, è poi anche l’unica opera dell’Autore ad essere stata ristampata in anni relativamente recenti. Una prima magnifica edizione in anastatica dei due volumi - anch’essa ormai rara al pari dell’edizione originale - fu prodotta nel 1971 dalla prima e finora unica libreria antiquaria salernitana, la Casari-Testaferrata di via Mercanti.