IL LIBRO

«De Luca è un politico? No, star dei social»

Lo spiega Giordano nel suo saggio in cui ripercorre l’ascesa mediatica del governatore: ha una comunicazione atipica

Superstar del web, inquisitore in prestito dal Medioevo, Mike Tyson della politica italiana, manipolatore di masse paganti, confuse e disorientate, showman seguitissimo e inimitabile. Vincenzo De Luca, negli ultimi tempi, ha collezionato una serie infinita di etichette, che nel bene o nel male, hanno comunque esaltato e alimentato l’immagine di un personaggio simbolo di un potere unilaterale, ben radicato e saldo nel terreno fertile della sua Campania. Il discusso governatore e l’eco controverso che genera, è ancora protagonista, questa volta, del nuovo lavoro editoriale di Domenico Giordano dal titolo “De Luca. La comunicazione politica di Vincenzo De Luca da sindaco a social star” (Areablu edizioni) con prefazione di Marco Valbruzzi. L’autore, beneventano di origine, - spin doctor di comunicazione politica per Arcadia, fondatore del Piccolo Festival della politica e di un blog - nel suo libro cristallizza e contestualizza gli elementi di una comunicazione atipica, divenuta più importante dei contenuti esplicati.

«Vincenzo De Luca è più conosciuto per il personaggio che incarna e per la sua propagazione oratoria che per i risultati di una lunga esperienza politica. - spiega Domenico Giordano - Sarà sicuramente ricordato per la sua scostumatezza verbale, per un linguaggio aggressivo e violento, - aggiunge - per i famosi lanciafiamme pronti a essere puntati su folle di trasgressori o per gli attacchi senza esclusione di colpi verso coloro che osano ostacolarlo più che per i meriti che invece gli vengono attribuiti, come quello di aver dato il via a una nuova fase evolutiva di Salerno durante i suoi ripetuti mandati da sindaco».

L’autore inoltre sottolinea: «Questo purtroppo è il suo più grande limite, è il rischio maggiore in cui si imbatte continuamente, che crede di bypassare, ma che invece, va a inficiare la sua capacità di gestire il potere e la Campania». Giordano infatti identifica nei caratteri esasperati del presidente De Luca, come il suo vocabolario che «è incarognito», la non accettazione di un confronto, durante il quale l’interlocutore è posto nella condizione di non poter replicare istantaneamente, come se si trovasse su un ring televisivo e fosse ripetutamente colpito dal un avversario che lo consegna in pasto all’opinione pubblica.

«O ancora, - svela Giordano - la volontà recidiva di svilire la credibilità dei ruoli istituzionali o quella di generare conflitti e nemici che diventano di conseguenza i reali costruttori della sua identità». Quindi secondo l’autore: «De Luca ha accresciuto la sua fama durante la pandemia quando ha utilizzato i mezzi di comunicazione in modo diretto, amplificando la sua visibilità. Il nemico per De Luca è ovunque, lo riconosce anche nel suo stesso schieramento politico ma la forza reale, unica e distinguibile del governatore della Campania è proprio quel processo mediatico, gestito dagli utenti stessi, che in qualche modo viralizzano la sua immagine anche a livello internazionale», conclude Domenico Giordano.

Maria Romana Del Mese