IL PROGETTO

Dario Tepedino narra Blissett in un docu-film

Il regista di Buonabitacolo

Storie di uomini che hanno fatto un secolo, vite straordinarie e movimenti culturali che hanno tracciato un’era, sono portate sul grande schermo al ‘Biografilm festival’, in corso a Bologna fino al 17 giugno. Ma gli occhi saranno puntati sul documentario, diretto da Dario Tepedino, originario della provincia di Salerno e bolognese d’adozione, che racconta le biografie di Luther Blissett. Il regista di Buonabitacolo parteciperà alla quindicesima edizione del prestigioso festival dedicato al documentario internazionale nella sezione Arte e Musica con il suo ultimo lavoro, in anteprima mondiale. «A vent’anni dal seppeku del Luther Blissett Project - spiega il regista Dario Tepedino - abbiamo provato a raccontare l’origine e l’evoluzione delle fake news “bufale”, tema quanto mai attuale. Dalle invasioni dei marziani di Orson Welles al finto sultanato dell’Occussi Ambeno, dai “falsi” del Male fino alle fake confezionate ai mass media dal Luther Blissett project. Allo stesso tempo parlare del Luther Blissett project significa parlare forse di uno degli ultimi grandi movimenti culturali italiani, un progetto vasto che tratta anche tematiche legate al non culto dell’individuo, il multiple name, alla lotta al copyright, e alle pratiche della psicogeografia. Luther è un eroe popolare moderno dai tratti indecifrabili».

È l’estate dei mondiali di calcio del 1994, a Bologna, quando Luther Blissett scende in campo, e fa parlare di sé i mass media. Ma chi è Luther Blissett? Il documentario racconta la biografia che si nasconde dietro questo nome, anzi le biografie. Perché Luther Blissett è il multiple name di un progetto culturale che a partire dalla metà degli anni ’90 si è diffuso in tutta Italia ed Europa. Le matrici del Luther Blissett Project erano due: la critica dell’identità e la guerriglia alla superficialità dei mass media che li ha portati a costruire una serie di bufale, antesignane delle attuali fake news, con cui hanno ingannato i giornali e le tv di tutta Italia. Ma di un certo Luther Blissett c’è traccia anche nelle prime pagine della cronaca sportiva del calcio.

Allora, chi è il vero Luther Blissett? Il documentario ricostruisce e racconta le sue vite e le più famose e riuscite beffe ai danni dei mass media: dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” ai telegiornali Rai, da “Studio Aperto” alle prime pagine dei quotidiani locali e nazionali per dimostrare la fragilità e la manipolabilità del sistema dell’informazione. Un viaggio a ritrovo scritto e diretto con Elisa Ravaglia, giornalista e autrice, compagna nella vita e nel lavoro, e autoprodotto con Dadalab. A Buonabitacolo, dove è nato e cresciuto, torna appena può, perché la sua vita a Bologna lo assorbe. Nel 2013 ha realizzato il documentario d’inchiesta “Mi chiamo Massimo e chiedo giustizia”. In 40 minuti ha preso in esame tutte le fasi dell’incidente in cui perse la vita Massimo Casalnuovo: dal primo comunicato stampa dell’arma che incolpava Massimo di avere investito il maresciallo dei carabinieri, all’insurrezione della comunità di Buonabitacolo, le voci dei testimoni oculari dell’incidente, le istituzioni locali, gli atti di indagine della polizia giudiziaria, le perizie tecniche, fino alla battaglia portata avanti dalla famiglia Casalnuovo negli anni.

Marianna Vallone