Nocera Inferiore

Crisi delle librerie, Nuceria Bookstore chiude i battenti

Dal ’98 l’abbinamento prima con Gulliver e poi Mondadori. Il gestore Spinelli: «Schiacciati dalla tecnologia e dalla scarsa lettura»

NOCERA INFERIORE. Quando lo scrittore statunitense, Ray Bradbury, scrisse il suo capolavoro – Fahrenheit 451 – creò scalpore nella società bene, perché immaginava un mondo privo di libri e dominato orwellianamente dai nuovi mezzi tecnologici, progettati per invadere la comunicazione di massa e il pensiero umano.

L’idea feroce di Bradbury fu poi ripresa dal regista François Truffaut che ne fece un film. Oggi, le infinite informazioni che sbrodolano in rete, i libri elettronici, l’esercito di strumenti capaci di ritradurre la realtà in visione virtuale hanno ribaltato ogni punto di vista rispetto all’oggetto libro e spinto qualsiasi considerazione critica a cadere nella banale morale.

Eppure, ancora oggi, il libro e la sua casa – la libreria – restano un segno di civiltà e di cultura, un’alleanza tra passione e intelletto. Una libreria non è solo un tempio del commercio ma anche l’agorà dello scambio umano che profuma di carne e fiati, uno scambio che mai potrà essere sostituito dall’Amazon di turno. Eppure, a decine in Italia, le librerie chiudono, vuoi per la crisi economica, vuoi per l’ormai straraccontato analfabetismo di ritorno con relativo disinteresse per la lettura. Si creano voragini, vuoti di spazi utili che fanno posto ai non-luoghi come centri commerciali, centri scommesse e simili.

La faccenda diventa ulteriormente seria quando chiude una libreria che per diciotto anni ha coltivato generazioni di lettori nella città capofila di un intero comprensorio: la libreria è la Nuceria Bookstore ex Mondadori di Mauro Spinelli, la città è Nocera Inferiore.

Nei prossimi giorni, la casa del libro nocerina chiuderà per sempre. La gravità è palese, se si tiene conto della perdita dell’unica grande libreria in città, che lascia sola, sul territorio, l’agenzia-libreria Einaudi di Claudio Bartiromo, ultimo baluardo per quegli oggetti chiamati libri.

«Iniziammo la nostra avventura nel gennaio 1998 – racconta Mauro Spinelli, il patron della libreria – La nostra è sempre stata una famiglia di lettori. In quel periodo, intraprendere un’attività che fosse attinente al mondo dei libri era il massimo». Spinelli, all’inizio, si affida all’innovativo franchising delle librerie Gulliver, realizzato dall’imprenditore Maurizio Caimi. «La sede dell’azienda si trovava a Sant'Arcangelo di Romagna – continua Spinelli – La “piazza” di Nocera non era conosciuta, ma riuscimmo a stimolare quegli imprenditori, dimostrando la nostra voglia di costruire sul territorio. La Gulliver Libreria trattava libri a metà prezzo, libri che sarebbero dovuti andare al macero e invece Caimi li acquistava e li vendeva. Aveva costruito un prefabbricato enorme, una piccola cittadella dove vendere tutti libri salvati».

Dopo sei anni, entra in scena il gruppo Mondadori che acquista l’intero circuito. La libreria di Nocera diventa, proverbialmente, la Mondadori. Nel frattempo, l’imprenditore nocerino apre anche altre due librerie: una ad Angri e un’altra a Cava de’ Tirreni. Sono anni di eventi e manifestazioni: “Alunni in Libreria” con le scuole, le presentazioni di libri nazionali e locali, associazioni culturali e sociali ospitate nello spazio interno».

«Penso che abbiamo ospitato 4mila alunni all’anno – dice Spinelli – Convogliavamo studenti e docenti, intere generazioni in tutto l’Agro Nocerino e Cava». Lentamente, le cose cambiano. La crisi economica, l’ingresso prepotente della tecnologia, la costante caduta del numero di lettori. Il rapporto economico con la Mondadori e con il proprietario del locale inizia a diventare insostenibile. «L’impresa in generale è cambiata. Spariscono negozi e locali, anche in grandi città come Napoli. Sui libri il discorso è particolare. In Italia si legge poco e in Campania ancora meno. Dal ’98 ad oggi internet ha preso sempre più pubblico. Anche i libri sono su internet, sono nati gli Android, le App, i Kindle, tablet, iPad. I nostri lettori forti hanno cominciato a rivolgersi ad altri strumenti. Non è solo questo. C’è stata una forte mancanza di legislazione in Italia. In tutti i centri commerciali, fino a qualche anno fa, si permetteva la vendita di prodotti civetta che servivano ad acchiappare il pubblico. Il primo prodotto civetta è stato il libro, con sconti fino al 25% che ha danneggiato le librerie pure».

Tutti elementi che portano al tracollo. Spinelli decide di abbandonare la Mondadori e di diventare indipendente, cambiando nome in Nuceria Bookstore. Ma presto la situazione si incrina ulteriormente: la stessa cittadinanza non capisce la difficoltà. La chiusura del locale e lo spostamento qualche metro più avanti, in uno spazio notevolmente ridotto, ne sanciscono la fine. «Non c’era più passeggio, siamo diventati una libreria di ordinazioni». Sulla chiusura imminente, Spinelli non nasconde l’amarezza. «Anni fa, andai a Orvieto e lì il Comune aveva lanciato un bando per gestori di libreria. Chi ha vinto si è trovato a pagare solo la bolletta della corrente, potendo così assicurare una costruzione culturale nel paese. Per la nostra regione sembra quasi fantascienza».

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