Così la ceramica celebra gli elementi

Al Museo archeologico provinciale dieci artisti descrivono l’antica danza di aria, acqua, terra e fuoco

BARBARA CANGIANO

Quando si uniscono, qualcosa nasce. Quando si dividono, qualcosa muore. Sono i quattro rizomata, le radici profonde, arcaiche ed eterne che caratterizzano l’universo: fuoco, aria, terra e acqua. Al loro fluido intreccio e all’alchimia che quella danza riesce a generare, è dedicata “Terra, nel segno degli elementi”, una mostra che attraverso la ceramica, celebra la forma e il suo destino.

Fino al 19 febbraio, presso gli spazi del Museo archeologico provinciale di Salerno, sono in vetrina le opere di di Mariagrazia Cappetti, Peppe Cicalese, Antonio D’Acunto, Giovanni de Michele, Edoardo Giannattasio, Patrizia Grieco, Marsia, Deborah Napolitano, Pierfrancesco Solimene e Sasà Sorrentino. L’esposizione, organizzata da “made in Salerno” con il patrocinio della Provincia - settore Musei, Biblioteche e Pinacoteche, è accompagnata dal video realizzato da Giacomo Arguto sotto la direzione tecnica del professore Nicola Guarini.

«Nel segno degli elementi apre, virtuosamente e visceralmente (la vera arte fonde sempre assieme l’animo delicato del virtuoso e la forza espressiva del viscerale) uno scenario dell’opera verso il “non detto” o “l’indicibile”. E costruisce, con sana ambizione, il desiderio di potenziare le capacità ricettive, interprettative e di fruzione dinamica da parte della cercamica – scrive Alfonso Amendola nella nota di presentazione della mostra – La centralità di questa mostra mi piace, appunto, rintracciarla nella volontà di far esplodere i luoghi comuni e le sacralità dell’arte per poi cominciare un “racconto” attraverso identità fluttuanti e frammentate, evocazioni e invocazioni, intermittenze e polivalenze». Ed è, per certi versi, un racconto tessuto sulle tracce di Empedocle e della sua gnoseologia, con, in sottotraccia, la potenza di Zeus, il dio della luce celeste come il Fuoco, l’inafferrabilità di Era, l’Aria, la concretezza e i contrasti di Edoneo, la Terra e il divenire di Nesti, l’Acqua.

La partitura affidata ai dieci protagonisti dell’esposizione, in quest’ottica, sembra voler mettere in scena non solo e non tanto la celebrazione delle quattro radici regni del cosmo, quanto piuttosto la mescolanza e il conflitto che sono alla base della conoscenza dell’uomo e che ne disegnano esplosioni creative o corto circuiti.

Le impronte stilistiche sono, naturalmente, eterogenee: si va da un minimalismo rigoroso alla citazione marcata del mondo ellenico, dalle tensioni espressioniste alle provocazioni plastiche del contemporaneo, in un gioco di colori rarefatto, misurato, capace di far dialogare tra loro le singole opere e di metterle in relazione all’occhio di chi guarda con una perfetta coerenza narrativa.

«Un’operazione, infine, che si sostanzia come un’azione artistica -gioiosamente collettiva - che giocando anche sulle cartografie di “fuoco, aria, acqua, terra” non ha semplicemente l’obiettivo di “rappresentare” ma di riassemblare, ricodificare, riconcettualizzare gli elementi del naturale – si legge sempre nel testo critico – Fin quasi ad indicarci procedure percettive e realizzative di un processo espressivo - questo della ceramica- che produce forme, che abita spazi, che determina sensazioni, che evoca universi e invoca la sempre straordinaria e necessaria interlocuzione versus/contra lo spettatore. Perché, ça va sans dire, qualsiasi azione creativa è sempre produzione di nuovi racconti, di nuove sensorialità».

Caos, amore, discordia, sono le griglie evocate dalla rappresentazione dei quattro elementi capaci di determinare, ciclicamente, nella storia collettiva e in quelle individuali, principio e fine, e di far specchiare, seguendo le tracce di Empedocle, il simile per mezzo del simile: «noi conosciamo la terra con la terra, l’acqua con l’acqua, il fuoco con il fuoco, l’amore con l’amore e l’odio con l’odio». La mostra resterà aperta dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 19, in via San Benedetto 28. Il biglietto di ingresso al museo costa 4 euro, gratuito per chi ha meno di diciotto anni.

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