L'E,ERGENZA EPIDEMIA

Coronavirus, nell’Agro salta il derby della Pasquetta

Dal 1598 nocerini e paganesi si recavano al Santuario sul Monte Albino in giorni diversi, lo decise il vescovo per evitare scontri

NOCERA INFERIORE - Il santuario della Madonna di Monte Albino, tradizionale meta dei giorni dell’Angelo dopo la Pasqua, guarda indifferentemente alle due città sotto la sua sommità, proteggendole, certo, ma anche sorvegliandole, in qualche modo, per ammonirle: da un lato Pagani e dall’altro Nocera Inferiore, un tempo riunite sotto una Civitas comune, separate dal 1800, si dividono la porzione di territorio dell’Agro nocerino. La divisione, con tanto di conflitti e diatribe anche sanguinose, si lega al culto del Lunedì dell’Angelo, con la tradizionale Pasquetta a spaccarsi in due, letteralmente, prolungandosi fino al martedì, con un criterio di distanziamento sociale in grado di anticipare i tempi, rispetto all’attuale necessità sanitaria dettata dal Covid-19. La decisione fu presa dall’allora vescovo di Nocera Inferiore, monsignor Carlo Baldini, il quale dovette ricorrere alla strategia di separazione nel 1598, dopo una lunga serie di episodi violenti.

A quel punto, il religioso dispose una separazione d’autorità, assegnando il lunedì ai cittadini paganesi, per la tradizionale sortita montana, e il martedì agli odiati cugini nocerini. L’odio era la causa fondante della questione, perché la rivalità territoriale era forte e sentita al punto da trasformare il Lunedì in Albis in continua occasione di beghe e contrasti molto violenti, a trasformare la festa in uno scontro. Più anticamente, il percorso che porta all’attuale santuario ospitava solo una edicola votiva, ritenuta miracolosa, dedicata alla Madonna dei miracoli, in una cappelletta, tradizionalmente visitata nel cammino intrapreso dai contadini diretti da Nocera ad Amalfi, lungo la via montana. Quella risalita faticosa aveva la sua buona sosta, con animali da soma al seguito, dov’era la Santa, con delle fonti per rifocillarsi e per un riposo di pausa prima di riprendere il viaggio. Nel tempo, quel luogo già venerato venne raggiunto da Giovanni Battista Castaldo, il quale vi riparò mentre era inseguito dai nemici, facendo voto: «Se mi salvi, costruirò un santuario per te», promise alla Madonna, e lei lo scampò, con la successiva costruzione dell’edificio sacro, un monastero. Dov’era l'immagine della Vergine, la meta di riposo divenne convento, dell’ordine degli olivetani. I monaci lasciarono il luogo dopo una frana, nel 1700. Nel frattempo Castaldo, ufficiale di Carlo V d’Asburgo, aveva riempito quel santuario del quadro raffigurante la Madonna del duca D’Alba, di Raffaello, ora a Washington, e dei dipinti di Marco Pino. Nel corso degli anni, dopo la disposizione del vescovo, la tradizione non si è mossa: la cautela precauzionale è ora integrata nella storia della tradizione, così come resta a rischio ogni gara calcistica tra le compagini di Nocera e Pagani: si tratta di derby, di rivalità ad alto tasso di scontro, di un dissapore territoriale giocato sul confine di Santa Chiara, spiazzo dove la tradizione richiama sassaiole e risse furiose. Fu così anche allora, quando l’autorità religiosa dovette intervenire per imporre la pace a mezzo di una distanza forzata: il lunedì i paganesi, il martedì i nocerini, così come da allora è sempre stato. La stradina, una mulattiera via via allargata, solo nel 1970 fu asfaltata diventando l’ampia carreggiata attuale, in grado di costituire percorso stradale vero e proprio fino alla destinazione sulla sommità. Dopo la discesa dei monaci, il luogo è rimasto di fato vuoto, tranne che per un eremita rimastoci a vivere ai primi del Novecento.

Il resto della tradizione, anche per “competenza territoriale”, è tutto nocerino: sono i devoti di Nocera, infatti, a portare in paese le statue dei santi Emidio ed Eligio, protettore dai terremoti, il primo, e degli animali il secondo, nel giorno di domenica delle Palme, con la statua della Madonna. Le tre effigi tornano al monastero proprio nel giorno di martedì, riportate sulla sommità del Monte Albino, meta sacra delle feste pasquali. Il legame forte richiama i nocerini, in particolare, più dei paganesi: ma nessuno discuta quel che Dio, e la sua autorità, dispose con la separazione. Il Covid, il virus, non fanno altro, in questi giorni vuoti, che aumentare le distanze, lasciando i cittadini delle due città nelle loro case, a forza, come a forza furono divisi.

Alfonso T. Guerritore