MUSICA

Concerto Marco Mengoni a Salerno, la scaletta di stasera

Il vincitore del Festival di Sanremo si esibisce in un Arechi sold-out

SALERNO - Una scaletta con 25 canzoni, di cui 10 tratte dal progetto Materia, che vede unisce alcuni brani che non vengono eseguiti live da tanto tempo, ad altri che vengono portati sui palchi italiani per la prima volta. E' lo show che questa sera a partire dalle ore 21 Marco Mengoni porterà all'Arechi di Salerno.

Si spengono le luci e il pubblico è pronto ad immergersi nel mondo di Mengoni ancora una volta: immagini in bianco e nero sugli schermi introducono lo show, passando dai ricordi più lontani a quelli da poco vissuti e ancora fortemente vivi di questo 2023 incredibile, fino ai momenti più intimi di Marco, ai dettagli di backstage pochi secondi prima inziare il suo concerto. La voce di Marco pronuncia alcune parole chiave come: salva tutto, ricordi, come una formica, memorie, non scappare, salva, mentre Marco entra nello stadio dal fondo del parterre (un ingresso che recupera il mood dei grandi raduni musicali degli anni ‘70) intonando Cambia un uomo, il brano manifesto di Materia (terra) che ha aperto questo lungo viaggio musicale, chiudendo il brano sul palco al centro del parterre, circondato da musicisti e coristi, immerso nel suo pubblico.

Segue Esseri umani, uno dei brani più amati dal pubblico: sugli schermi immagini degli spettatori che diventano gli “esseri umani” protagonisti della canzone, fuse con la figura di Marco, che lascia spazio al pubblico invitandolo poi a fare “un passo di dance”. Il palco si accende, è il momento di No stress, un invito a muoversi in totale libertà, come fa lo stesso Mengoni e i ballerini che si moltiplicano sugli schermi per un momento di liberazione collettiva. Al termine Marco scompare nel retro del palco e sugli schermi appare un video con una versione estremamente libera e fisica di marco che si allena (una citazione quasi alla routine di American Psycho) alternati ad alcuni inviti rivolti al pubblico: Relax, Enjoy, Shout, Dance, Sing, Feel Free To Be Yourself. Parole che racchiudono molto del senso di questo spettacolo: un inno alla libertà di essere se stessi, senza costrizioni, senza ansie, un invito a vivere senza rimpianti, senza se e senza ma, apprezzando in libertà ogni singolo momento. Cambia l’atmosfera, la musica si fa sempre più incalzante e gli schermi si riempiono di fuoco, il rosso diventa dominante, le luci dell’Halo circolare, ora perpendicolare alla base del palco, si fanno pulsanti e seguono il ritmo sempre più veloce che sfocia nell’attacco di Voglio. È show puro quello che vede Mengoni innalzato su un elevatore (4 metri) al centro del palco principale, incorniciato dal Ring come in un cerchio infuocato. Gli stacchi del pezzo vengono sottolineati anche dalle 8 fiamme alte 10 metri che puntellano il fronte palco.

Segue Muhammad Alì, accompagnato da immagini di cronometri e countdown, a sottolineare come “Qui si vince o si perde in un attimo”, una riflessione su come anche le cadute siano funzionali a capire come resistere e affrontare la vita. Si torna poi agli esordi di Marco, nel 2009, con una cover rimasta ben impressa nell’immaginario del grande pubblico: Psycho Killer, sicuramente la canzone più punk dello concerto che racconta i condizionamenti e i fili invisibili che spesso ci manovrano. Si continuano a celebrare i primi anni di carriera di Mengoni, arrivando al 2010 con Credimi Ancora in una potente versione rock tra chitarre distorte, fiamme e luci pulsanti. Dal punk rock si scivola verso il funky con l’arrangiamento live di Mi Fiderò, che si apre con l’immagine di un intenso abbraccio, esprimendo il desiderio di unirsi quando ci si affida ad un’altra persona. Un’improvvisa interferenza seguita da una sigla originale composta per l’occasione proietta il pubblico negli anni ‘70, con una presentatrice d’eccezione: Drusilla Foer irrompe negli schermi e, tra luci retrò e look gold, presenta con sfumature ironiche la band e lo stesso Marco. Segue un medley di alcuni brani iconici, tra cui Dance To The Music (1967 Sly and the Family Stone), Respect (1967 Aretha Franklin), Move On Up (1970 Curtis Mayfield), Something Got a Hold on Me (1962 Etta James) e Something Special (1986 Patti Labelle) affidato alle voci incredibili dei coristi.

Marco rientra in scena e il pubblico si fa travolgere da Luce, brano estratto da Materia (Terra) che sprigiona un’intensità emotiva e musicale, alternata ad una dimensione più intima ed essenziale. L’atmosfera si fa sempre più da club anni ’70, una sola luce illumina Marco mentre gioca con la sua voce accompagnato dal pianoforte, il pubblico segui in silenzio per esplodere all’attacco di Proteggiti da me, in una versione ancora più black rispetto alle precedenti versioni. Segue Parole in circolo, musicalmente molto libera, che immerge il pubblico ancora più nelle atmosfere di questo segmento. E’ il momento di portare on stage Due nuvole, uno dei brani contenuti nel nuovo album Materia (Prisma): sugli schermi si inseguono nuvole che attraversano tutto lo spettro di colori, dal blu al viola, dal giallo al verde. La performance si conclude con un omaggio a Tina Turner, una delle artiste che maggiormente ha influenzato Marco, che con i suoi coristi intona What’s love got to do with it. Bastano le prime note perchè il pubblico riconosca la canzone con cui il cantautore ha vinto Sanremo nel 2013: L’Essenziale. La canzone si chiude con un accenno di Crazy In Love di Beyoncé, che apre le porte a Pazza Musica (attuale singolo in rotazione). Si è pronti quindi ad immergersi in una dimensione di grande festa colorata con impiego di luci laser. Un monologo di Marco apre la successiva parte dello show. Una riflessione che parte proprio dal significato che Mengoni attribuisce al prisma, esplorando ogni singola sfaccettatura che caratterizza l’essere umano e capendo cosa è veramente importante, senza aver paura di commettere errori “​​Non siamo nati per non sbagliare mai… No, siamo nati per sbagliare, per chiedere scusa, per dire grazie”. Un’analisi introspettiva, sull’importanza di lavorare su se stessi per migliorarsi e perdonarsi, “Vorrei sapere incassare i colpi e trasformarli in possibilità”. Per chiudere, una dichiarazione d’intenti: “E allora è arrivato il momento di incazzarsi e lottare, perché forse, solo tutti insieme, possiamo ancora cambiare le cose”. Dietro di lui, immagini evocative e di proteste: dalla distruzione della guerra al cambiamento climatico, le battaglie per le lotte civili, la sfilata di un pride, una manifestazione di Black Lives Matter e altre manifestazioni.

Arriva Due Vite, canzone vincitrice del Festival di Sanremo di quest’anno e brano con cui Marco ha rappresentato l’Italia all’Eurovision, un ricordo che riaffiora alla mente grazie ai potenti visual che ci riportano all’atmosfera onirica di quei momenti supportata da un intero stadio che accompagna a piena voce il cantautore. In questo momento si alza al centro del parterre una struttura che eleva marco a circa 5 metri dal suolo ponendolo nel cuore del suo pubblico. Arriva Fiori d’orgoglio, altro brano incluso in Materia (prisma), e la struttura su cui canta si anima, diventando casa di un prisma che si anima ruotando e riflettendo e amplificando i raggi laser, le luci e le immagini che lo colpiscono. Torniamo all’atmosfera magica di Sai che: sullo sfondo una galassia, la struttura si abbassa lentamente riportando Marco a contatto diretto con il suo pubblico e potendo interagire con la sua immagine riflessa nel prisma durante Hola, lasciando così spazio all’intimità e a tutta la forza che caratterizza questo brano. Marco si porta nuovamente avanzando il più possibile “al centro del suo pubblico” sul palco basso all’estremità della passerella ed è il momento di Ti ho voluto bene veramente, in cui un “laser show” restituisce la sensazione di essere immersi nel mare e sotto una cascata di luci. Prima di chiudere questo momento. Chiude questa parte di show Guerriero: sugli schermi appare il volto di Marco che canta in un ideale duetto allo specchio con se stesso, mentre Mengoni lascia la scena.

Il palco si spegne, ma il concerto non è terminato, tornano tutti on stage per il gran finale con Ma Stasera, con una carica ancora più funk della versione originale, Pronto a Correre, con una spinta rock, e Io Ti Aspetto, che abbandona un po’ della sua veste dance per assumere sfumature più funk. Sono 3 hit che fanno ballare il pubblico con Marco che si muove lungo la passerella per ringraziare il pubblico culminando in una pioggia di coriandoli e stelle filanti. Mentre il pubblico è pronto a lasciare l’arena, il palco si riaccende a sorpresa per una versione intima di Proibito che ci avvolge in una dimensione profonda che abbraccia il pubblico, per poi dare spazio a Buona vita, brano dal chiaro sapore latino con una forte componente percussiva con anche timbales, congas e bonghi, che si fonde con un basso synth ricordando un po’ le sonorità “à la Stromae”. È il finale ideale di questo percorso, un augurio e un ringraziamento sincero per tutti i presenti.

Lo styling di Marco Mengoni – come quello della band - è stato curato da Lorenzo Posocco, il quale ha previsto per Marco dei cambi outfit custom-made, oltre all’utilizzo di brand che sono diventati il simbolo di un percorso intrapreso anni fa con alcuni brand, tra cui Versace e Valentino, e aggiungendo delle novità come Mugler, GMBH e Ludovic De Saint Sernin. L’idea è di portare sul palco un’immagine forte, estremamente libera e naturale che esalti la personalità e le caratteristiche di Marco, enfatizzando anche la sua fisicità con degli abiti che fanno da second skin. Lo styling realizzato per Marco Negli Stadi 2023 ha un significato che va al di là dell’estetica: è una linea emblematica molto descrittiva, con look come la maglia metallica a Sanremo che, durante il tour, si evolve in una crystal mesh firmata Versace.