DOmani la presentazione A SAN SEVERINO

Con la raccolta “Numen” debutta Costabile, poeta del paesaggio e della natura

«Le poesie di Giuseppe Costabile saprebbe ben apprezzarle Francesca Rigotti, la filosofa delle piccole cose: del “cosale” che è nel pensiero, che parla, spesso nel silenzio. Citando Sant’Agostino, la...

«Le poesie di Giuseppe Costabile saprebbe ben apprezzarle Francesca Rigotti, la filosofa delle piccole cose: del “cosale” che è nel pensiero, che parla, spesso nel silenzio. Citando Sant’Agostino, la Rigotti ricorda che il pensiero è un “es-cogitare”: un cavar fuori, “un raccogliere nella mente soltanto e non altrove (“quod in animo colligitur, id est cogi-tur, cogitari proprie iam dicatur”)».

Così scrive nella prefazione Raffaele D’Andria alla raccolta di versi “Numen” editata da Il Grappolo Sas di Mercato S. Severino (pp.56 - euro 10,00). Costabile è un giovane poeta al suo esordio che vive a Mercato San Severino, laureato in Scienze della Comunicazione, ama suonare la chitarra.

«La mano della mente - continua D’Andrea - la manus cogitans, non solo raccoglie, ma neppure lascia a riposo ciò che ha raccolto, anzi lo agita, lo rimuove incessantemente. Come la mano che sbatte insieme farina e acqua per fare il pane. O come la mano che passa la spola tra i fili dell’ordito.”."

Nascono così alla mente, al suo scenario, versi delicatamente struggenti come la Sortita (Dentro il silenzio riposerò / come i velieri in fondo al mare. / Con me se ne andrà la giovinezza, /gli anni passati a seguir l'ebrezza./ Nessun affanno tormenterà / la sortita dell'umana vita. / Alla polvere racconterò / la ventura di esser stato al mondo); o versi metafisici, come Sepolcro (Sotto un sasso riposa, / come un fiore sul sepolcro, / l’eterna voce della solitudine. / Come un pescatore il Tempo / imbriglia con le sue reti / i giorni della fatal quiete. / Terra natia, raccontami le notti / in cui feci ritorno alla tua carne, / di quando le spoglie mortali / lascia al loro canto).

I versi di Costabile, quindi, risvoltano metafore semplici, che animano con manus cogitans, immagini aperte, riverberanti e di lungo riflesso. In esse, in un certo senso - come dice la Ri-gotti a proposito di quelle insinuate tra le parole e le cose, nelle cose stesse - c'è posto per tutti.

«C'è posto per chi ama il filo d'acqua che esce sempre uguale dalla cannella di una fontana, e chi preferisce le onde, le ac-que mosse e differenziate dal vento, come c'è posto per il pittore di battaglie e per quello di nature morte nello stesso palazzo o nello stesso museo».

Il libro sarà presentato domani alle 18 all'Istituto Palazzolo di Piazza del Galdo, a Mercato San Severino, da Raffaele D’Andria, Antonio Corbisiero e Paolo Saggese. Sarà presente l'autore.

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