L'INTERVISTA

Clementino: «Voglio un 2022 da vivere sul palco e tra i fan»

Il rapper ha chiuso la terza edizione del “Faville Festival” a Pontecagnano Faiano

PONTECAGNANO FAIANO - È toccato a Clementino chiudere il vasto programma della terza edizione del “Faville Festival”, l’appuntamento che non manca mai di illuminare il natale a Pontecagnano Faiano. L’artista ha incontrato il suo pubblico in uno show che ha anche concluso il 2021 “dal vivo” del rapper nolano.

Clementino, veniamo da un 2021 che non è stato poi tanto migliore del 2020 in fatto di live. Questi concerti hanno quindi un sapore molto particolare...
Veniamo dalla scuola hip hop quindi il palco è il nostro habitat naturale. Sono stato “fortunato” nella sfortuna del Covid perché sono riuscito a farmi vedere dal vivo in tv ma tutti abbiamo voglia di esibirci dal vivo, non soltanto nella scena rap. Veniamo dai palchi, la vera risposta della musica è il palco. Fare concerti con il pubblico seduto è già qualcosa, però quando abbiamo suonato a Lugano, in Svizzera, il pubblico era composto da sole persone vaccinate con green pass. Una volta entrati si poteva poi stare tutti in piedi ad assistere al concerto. Mi sono addirittura lanciato sugli spettatori, e nessun contagio è stato individuato. Ecco, forse sarebbe il caso di prendere spunto dal modus operandi svizzero.

Speriamo per il 2022 allora...
Questa è la mia ultima data del 2021. Speriamo nel 2022 anche se non siamo noi a stabilirlo. Non siamo medici, virologi o politici.

Attualmente è occupato in tv a “The Voice Senior”, che esperienza è?
È una bellissima esperienza. Venendo dai villaggi turistici riesco a tirare fuori il mio lato da attore, cantante, animatore e anche rapper. Credo che farò televisione anche per i prossimi anni perché mi piace, ma non abbandonerò mai il rap.

Crede che questo format, che dà seconde occasioni a chi non è riuscito a sfondare da giovane nella musica, possa far affezionare le persone a una musica che non guarda necessariamente alle classifiche?
Come dicono Colapesce e Dimartino, le persone adesso vogliono musica leggera. La gente non ha più voglia di avere addosso tutti questi problemi, e una cosa come “The Voice”, che funziona e riesce ad arrivare anche al 27% di share su Rai Uno, vuol dire che tocchiamo quasi cinque milioni di spettatori, rappresenta una cosa leggera. Lì non partecipa il cantante che deve diventare famoso, non c’è il ragazzino che magari piange se non lo prendi. Ci sono persone con un vissuto alle spalle, con i piedi per terra e che si vengono a divertire. Io poi sono una mina vagante perché mi trovo con altri tre personaggi che non hanno nulla a che fare con me: Gigi D’Alessio, Loredana Bertè e Orietta Berti. Serviva una dinamite al centro e io vado bene perché mi diverto.

L’unico talent dove la gara conta poco?
Alla fine è così. Devo ringraziare “The Voice” perché grazie a loro mi sono state aperte numerose porte in tante trasmissioni. Spero di fare un programma da solo.

Qual è lo stato di salute del rap italiano dopo un anno ricco di nuovi talenti lanciati e grandi conferme?
Il rap non è mai morto. Ci sono nomi che durano negli anni e altri che scompaiono dopo un anno. Quando mi trovavo in Universal avevo un discografico che mi diceva sempre «non guardare mai l’anno, guarda alla carriera, ai vent’anni e per allora dove sarai». Preferisco avere sempre cento ogni anno piuttosto che fare mille in un anno e poi zero. Preferisco durare negli anni e il concetto stesso di carriera mi affascina. Mi affascina vedere appese a casa mia le copertine dei miei album, perché trasformano il vissuto in qualcosa di concreto.

Il 2022 sarà un anno di musica per Clementino?
Ci sarà tantissima nuova musica. Spero di fare più di un album, vedremo.

Andrea Picariello