Cittanova, la “rivoluzione” dell’Agro riparte dall’antica Nuceria Alfaterna

Un piano per realizzare con fondi europei un enorme Parco di collegamento tra Nocera a Pompei Lo ha elaborato il Comune in collaborazione con l’Archeo med: già coinvolti altri quattro centri

NOCERA INFERIORE. Il progetto è definito “Cittanova”. Prevede la realizzazione di un Parco di collegamento lungo l’asse Nuceria-Pompei, l’interramento della linea ferroviaria e la riqualificazione archeologica, ma non solo, della Valle del Sarno. Il tutto attraverso l’impiego di fondi europei e privati. È un progetto “rivoluzionario”, ambizioso, quasi da sogno. Un progetto che ovviamente deve essere ampliato, dato che ad oggi l’amministrazione comunale di Nocera Inferiore, da cui prende piede, ha raggiunto l’intesa solo con una parte dei Comuni limitrofi: Nocera Superiore, Pagani, Castel San Giorgio, San Valentino Torio e Sarno. Intanto è l’avvio di un percorso, iniziato in verità con una prima conferenza urbanistica, il 4 ottobre 2013, durante la quale furono trattati temi riguardanti l’urbanistica con riferimenti all’organizzazione sociale ed economica ed alla mobilità dell’Agro. E ripreso l’11 ottobre scorso, quando invece si è parlato di archeologia e di architettura, di risorse e di investimenti, per fare di una città un esempio di archeologia urbana integrata, dove la vita quotidiana è il normale fluire del tempo.

Ma com’è nata l’idea di rivoluzionare la vasta area di raccordo tra Vesuviano e Salernitano? Tutto parte dall’antica città di Nuceria Alfaterna, meritevole di attenzione come Pompei, secondo quanto sostenuto dagli storici; Nuceria era infatti la capitale di una confederazione che accoglieva la stessa città pompeiana. Il riferimento è rappresentato dal perimetro delle due Nocera, medioevale e seicentesca ai piedi della Collina, e archeologico monumentale nel perimetro di Nuceria Alfaterna, con presenze extra moenia ubicate nell’Agro in netta contiguità con l’area archeologica pompeiana. Una contiguità che rappresenta lo sviluppo lineare di una storia plurimillenaria percepibile lungo l’asse est-ovest che da Pompei conduce a Nocera, con enormi potenzialità per generare sviluppo, mobilità, turismo e occupazione.

Si tratta di aree archeologiche note e meno note, oltre che di monumenti distribuiti su un ampio territorio. Basti pensare, solo riguardo all’area delle due Nocera, al Foro romano, al Teatro ellenistico, all’Anfiteatro, alle Mura antiche, al Battistero, alle Strade romane, al Palazzo Fienga, al Monastero di San Giovanni, ai ruderi del Castello, al Convento di Sant’Andrea, a quello di Sant’Antonio, alla caserma Tofano.

La Fondazione Hewlett Packard ha investito sugli scavi di Ercolano con il progetto HCP, il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibac) lo ha fatto fortemente su Pompei. Secondo il progetto “Cittanova”, ora si può intervenire sulla più grande città sepolta: 120 ettari rispetto ai 60 di Pompei, creando il più grande Parco archeologico che potrebbe unire Pompei a Nocera. Il soprintendente, professor Werner Johannowsky, all’epoca, ebbe il merito di portare alla luce monumenti importanti: il teatro ellenistico, che è il doppio nelle dimensioni di quello di Pompei; ugualmente dicasi dell’anfiteatro; ma la città con gli altri monumenti, il foro e l’impianto urbano, è ancora tutta sepolta.

A pochi passi da Pompei, esiste, dunque, una straordinaria opportunità ancora trascurata, in grado di modificare le conoscenze archeologiche attuali. Le Sovrintendenze di Salerno e Pompei, la Regione e le amministrazioni dovranno raggiungere un punto di raccordo sulla realizzazione del mega progetto che prevede una nuova organizzazione urbana: la città antica, la città moderna, la città contemporanea, la città trasformata, la città nuova, ovvero la nuova “forma urbis”. Cittanova è questo: una nuova forma urbis per definire l’assetto e la trasformazione controllata della città. Un progetto che guarda lontano.

Davide Speranza

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