Il festival

Cava da il conto alla rovescia per i suoi sbandieratori

Tutto pronto per la 27esima edizione della kermesse

CAVA DE' TIRRENI. È la costruzione di una Torre della Pace il sogno che l’Ente educativo culturale Sbandieratori Cavensi sta perseguendo sin dal 1990, sindaco dell’epoca Eugenio Abbro. Un sogno che sembra ormai in dirittura di arrivo, visto che l’amministrazione metelliana ha deliberato circa il luogo dove poterla costruire. Dice Felice Sorrentino, presidente dell’Ente Sbandieratori: “La Torre è il simbolo di promozione dei principi ideali di fratellanza, tolleranza e pace che da sempre contraddistinguono il nostro ente e il festival delle Torri, che organizziamo ormai da 27 anni. Da quella Torre non vogliamo avvistare nemici, come succedeva nei tempi passati, ma gli amici, i portatori di pace, oltre ogni etnia, ogni fede politica, religiosa, sociale, culturale. Perché in questo spirito di unione universale, senza confini, viene organizzato e si svolge, ogni anno, il Festival delle Torri». Tra l’altro non va dimenticato che alle Torri cavesi, sparse sul territorio circostante il nucleo cittadino, è legato il longobardo gioco dei colombi.

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Lo studio-progetto realizzato dal prof. Alfonso Vitale, prevede una costruzione di circa sei metri di altezza con una base circolare di circa tre metri, tagliata verticalmente e divisa in due facce comunicanti, “attraversata da un sentiero tra realtà territoriale e concetto di apertura verso l’altro, il forestiero, il diverso, colui che porta una propria cultura, una propria religione, un personale credo politico e lo mette a disposizione degli altri, per un reciproco arricchimento”.

«Quando i gruppi, provenienti dalle più disparate parti del mondo, giungono a Cava – dice il presidente Sorrentino – tutto passa in second’ordine, perché tutto è all’insegna dell’amicizia tra tutti. Non a caso quest’anno ritorna, dopo 27 anni, il gruppo spagnolo di Castellon de la Plana con le sue tradizioni spagnole-aragonesi nelle quali, per certi versi, ci riconosciamo, per cui sarà avviato un progetto di gemellaggio tra la nostra e quella città spagnola».

La prima edizione del Festival delle Torri si svolse nel 1988 e prese avvio per iniziativa del gruppo Sbandieratori per portare all’estero la cultura della bandiera. «Per la verità la tradizione culturale cavese – dice ancora Sorrentino – è quella del pistone, di cui la disfida annuale durante i festeggiamenti di Monte Castello. Poi sul territorio si è radicata anche quella della bandiera, simbolo della città e dei suoi borghi, per cui si pensò di portare oltre Cava questi nostri vessilli e le loro aeree coreografie». E furono il Messico, il Canada, gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia, la Bielorussia e tanti altri Paesi. Ed oltre 60 sono i gruppi di ogni parte del mondo giunti a Cava in questi 27 anni portando la loro cultura e il loro folclore e ai quali viene offerto la fruizione di ciò che il nostro territorio offre. Dice Sorrentino: «Durante i sette giorni di permanenza, a questi gruppi facciamo vedere anche le bellezze della Costiera Amalfitana, le tracce della storia di Pompei e Paestum, facciamo gustare i nostri sapori".

Un’organizzazione, quindi, attenta, complessa, che è possibile realizzare anche grazie al Cioff (Consiglio Internazionale Organizzazione Folk Festival), organismo che opera sotto il patrocinio dell’Unesco e del quale è socio l’Ente Sbandieratori Cavensi.

Tra le iniziative collaterali al festival folcloristico, vi è l’assegnazione, annuale, del premio Torre della Pace, che viene consegnato a persone o associazioni che si siano particolarmente contraddistinte nel promuovere la cultura della pace e dei diritti umani mediante iniziative culturali, di educazione e di cooperazione. Tra i premiati vi è la Fondazione Rita Levi Montalcini.

L’edizione di quest’anno, che si svolgerà dal 4 al 7 agosto prossimo, ha visto il coinvolgimento delle scuole metelliane, che hanno realizzato dei disegni sul progetto “Una Torre per la Pace”, lavori che saranno esposti durante il Festival nell’atrio dell’ingresso principale del Palazzo di Città.

Ma alla base di tutta questa complessa organizzazione vi è una forte motivazione, nell’intero gruppo degli Sbandieratori Cavensi, che trova fondamento nella volontà di fratellanza, uguaglianza fra tutti gli uomini che, con il loro folclore, le loro danze, i loro colorati costumi tradizionali, portano a Cava e nel mondo una idea di pace e di concordia, così necessaria in questi tempi non certo sereni.