Teatro

Casa del Contemporaneo, Scimone e Sframeli chiudono l’annata

Da mercoledì 11 a sabato 14 maggio appuntamenti a Fisciano e nella Sala Pasolini

SALERNO. A Salerno e Napoli, la compagnia Scimone Sframeli chiude la prima stagione di Casa del Contemporaneo. Da mercoledì 11 a sabato 14 maggio tra Salerno e a Napoli: un incontro all’università di Fisciano, la proiezione del film “Due amici” e lo spettacolo “Il Cortile”.

Il ritorno in regione – dopo aver presentato con successo a Bologna e Milano il loro ultimo lavoro Amore – di una tra le più acclamate compagnie teatrali italiane coincide con la chiusura di un ciclo di rappresentazioni che ha visto come protagonisti, tra gli altri, Enzo Moscato, il film di Jacopo Quadri su Luca Ronconi, il problema migranti tratteggiato da Koltès nello spettacolo firmato da Paolo Magelli.

«Casa del Contemporaneo è un luogo abitato da pluralità che dialogano tra loro e condividono progetti senza perdere la propria identità – queste le parole di Igina Di Napoli – Il primo anno di vita è stato faticoso, ma importante. Vogliamo affermare sempre più questo concetto di condivisione e progettazione comune. L’anno prossimo lavoreremo ancora per creare incroci artistici».

Il primo appuntamento è previsto mercopledì 11 maggio all’Università di Fisciano, alle 10,30, con un incontro curato da Isabella Innamorati. Al termine la proiezione del film “Due amici”, premiato come migliore opera prima nel 2002 alla 59esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Domani, alle ore 16, nel teatro di Ateneo di Fisciano andrà in scena “Il Cortile”, che sarà replicato venerdì 13, nella Sala Pasolini di Salerno, alle ore 21 e sabato 14 maggio, alle ore 19, in sala Assoli. Premio Ubu 2004 – miglior Nuovo Testo Italiano, “Il Cortile”, diretto da Valerio Binasco, è un testo surreale. I tre protagonisti vivono in una discarica, fra vecchie motociclette e spazzatura. È l’altra immagine – quella desolante e povera – delle metropoli. Sono tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per i tempi migliori. Peppe, Tano e Uno hanno ancora tanta voglia di vivere: sono tre uomini-bambini con il bisogno d’ascoltarsi, con il gusto del gioco. Disperati all’apparenza, nel loro cortile, nessuno può togliergli il piacere di giocare. Non sappiamo da dove vengano, né quale rapporto li leghi. Lo spettacolo alterna crudele astrazione e poetico realismo.